Il riconoscimento è doveroso, a fronte dei molti casi in cui le forze di polizia sono state accusate di impreparazione e incapacità, spesso andando oltre le loro effettive mancanze. Ma va subito aggiunto un monito, quello di non dimenticare due atroci delitti risolti prima che il passare del tempo li trasformasse in misteriosi gialli. Il rischio c'è, ed è concreto. Parlo del fatto che conserviamo memoria solo dei casi irrisolti, o comunque controversi, quelli che fanno dibattere in televisione, sui giornali, per le strade. A unire le scene del crimine di Lignano e Macerata la stessa crudeltà eccessiva, l'efferatezza con cui gli assassini hanno infierito sui corpi delle loro vittime; situazioni del genere vengono definite dai tecnici come "disorganizzate", opera di balordi, o di criminali che hanno agito sotto l'effetto di alcol o sostanze. E poi l'etnia, due brasiliani in un caso, un macedone nell'altro.
Ma attenzione ad attribuire automaticamente allo "straniero" i peggiori istinti e una violenza scritta nella razza. Ricordiamo come la strage di Novi Ligure fu subito accollata a un gruppo di albanesi, per poi scoprire che la ferocia era nella testa e nelle mani di due italianissimi ragazzini. Certamente una differenza c'è, ma è dovuta alla cultura più che ai cromosomi.
Capita, infatti, che in alcune parti del mondo, anche a noi vicine, il valore della vita sia poco stimato; violenze e omicidi sono eventi quotidiani. Ecco allora che se nel corso di una rapina il delinquente si ritrova davanti a un ostacolo, oppure viene sorpreso correndo il rischio d'essere smascherato, immediata è l'escalation di brutalità con cui colpisce.
Riassumendo: se sei nato e cresciuto in luoghi dove la violenza è di casa, perdere il controllo ti porterà rapidamente a trasformare l'innocente che hai davanti in un oggetto da distruggere. Cosa possiamo fare perché i fatti di Lignano e Macerata non si ripetano più ? Purtroppo molto poco.
Certo occorre insegnare una maggior cautela alle fasce deboli, bimbi, donne e soprattutto anziani, i più disponibili e ingenui. Inasprire le condanne per le rapine in villa, e auspicare che vengano scontate per intero è del tutto giustificato; ancor meglio sarebbe abolire la possibilità di rito abbreviato e relativo sconto di pena per i reati più gravi. Ma i due giovani cubani, o il macedone di Macerata, avrebbero comunque organizzato il loro crimine, pur rischiando di passare venti o trent'anni di carcere. Perché non avevano alcuna intenzione di uccidere, pensavano solo di arraffare un po' di soldi, e poi scappare. O forse non avevano consapevolezza della violenza che si portavano appresso, una violenza pronta a scatenarsi al minimo ostacolo. Beninteso, senza che ciò comporti l'alibi del folle raptus.
Massimo Picozzi
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