L'inflazione, la perdita del potere d'acquisto di una moneta, è un mostro che ha torturato i tedeschi tra le due guerre, causando prezzi impazziti e povertà estrema. Non è un caso che molti diktat per l'economia europea abbiano origine teutonica e rendano tassativo il controllo dei prezzi. Ad esempio, la Bce per statuto non può stampare soldi (manovra tipicamente inflattiva).
A luglio la "Frankfurter Allgemeine" poneva questo dilemma per l'euro: meglio una fine drammatica o un dramma senza fine? L'inflazione potrebbe caratterizzare entrambe le alternative pessimistiche. Questo mostro ha tuttavia anche un lato benigno. Il denaro nuovo messo in circolazione aiuta talvolta l'economia bisognosa. Accade quando s'incanala verso investimenti redditizi. Si tratta di dosare e orientare lo stimolo, il che non è come dirlo. Quale inflazione si affaccia ora sull'Unione, quella buona o l'altra?
La Bce si trova in pancia i bond dei Piigs, gli stati indebitati dell'Unione che devono tenere il regime asfissiante dell'austerità; si tratta di titoli rischiosi sempre più spesso invenduti. La Bce deve allora rifinanziarsi con l'emissione di bond propri. In pratica è come se stampasse, contro lo statuto (la "sterilizzazione" viene meno). L'inflazione che ha fatto capolino non ha dunque un bell'aspetto. È un effetto collaterale indesiderato del rapporto finanziario stato-banche e del fisco, non una leva sulla produttività.
La rottura estiva dell'euro è stata scongiurata per un pelo e la moneta unica è stata proclamata irreversibile in una calmierante azione di marketing cui ha fatto seguito la disponibilità della Bce all'acquisto illimitato di bond dei Piigs. Già, ma se Draghi veramente incamerasse titoli rischiosi a go-go a quanto arriverebbe l'inflazione?
L'inflazione svaluta il debito passato, ma gonfia quello nuovo che si accoda e genera incertezza economica. I tedeschi sono irritati, eppure è in parte proprio il loro modello che genera rincari. Se i Piigs sono stati così scarsi nell'uso del debito non si vede perché debbano diventare virtuosi con una disciplina imposta da fuori. Non è infatti il debito in sé a fare la musica, ma come esso va a finanziare il Pil, oltre ai servizi dello Stato. Per coprire l'esposizione dei Piigs occorre la "ciccia" della crescita.
Negli Usa il Pil cresce all'1,3%, l'inflazione è all'1,7% e la disoccupazione è scesa al 7,8%, eppure si stampa a manetta, lasciando fare al mercato. Non è affatto detto che tenga. Da noi il problema sembra però molto più grave. Tra poco la Merkel andrà ad Atene. Speriamo si accorga che chi protesta ha ragione: questa Europa non è un incontro armonico tra pulsioni dal basso, mercato e politica. È invece un'imposizione contabile centralistica. Abbiamo un elefante in una cristalleria. Bisogna solo sperare che non faccia gesti bruschi.
Roberto Weitnauer
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