La città è di tutti e tutti dovremmo sentirci chiamati in causa. Il Comune e la società che gestisce lo scalo ferroviario, in primis. Ma non solo. Il sindaco Mario Lucini l'ha detto in campagna elettorale e lo ripete quasi ossessivamente, ad ogni intervista: puntiamo a coinvolgere tutte le «forze vive» di Como, altrimenti sarà difficilissimo - per non dire impossibile - riuscire a risolvere i mille problemi sul tappeto. Un discorso che vale per i guai del lungolago, ma anche - a maggior ragione - per questioni apparentemente meno gravi.
Giusto, anzi sacrosanto, chiedere una città più sicura, più pulita e più curata. Giustissimo lamentarsi del fatto che, finora, le promesse della nuova giunta sono rimaste lettera morta («l'obiettivo dei primi mesi è dare ai comaschi una città più bella», scandiva Lucini nel maggio scorso, ma si è visto ben poco ed è stato lo stesso sindaco ad ammetterlo). Il risultato, tuttavia, si raggiunge con uno sforzo comune, istituzioni e cittadini insieme. Qualche esempio concreto? Basta rileggere l'appello arrivato pochi giorni fa - e quanto mai opportuno - dall'assessore all'Ambiente Bruno Magatti (non dissimile, va detto, da quello del suo predecessore Diego Peverelli): «Soltanto se tutti danno un contributo, iniziando dal proprio giardino o dal marciapiede davanti a casa, la città cambia volto».
Così si mette un freno alle invasioni dei roditori in centro storico e, più in generale, a quel degrado che sta avanzando da tempo in modo preoccupante.
Lo stesso degrado che “chiama”, in un circolo vizioso senza fine, sbandati e balordi. Finendo per favorire episodi come quello avvenuto a San Giovanni. Sapere che non si può attendere un treno in sicurezza, alle dieci di sera, nella principale stazione del capoluogo, è inquietante.
E allora perché non trovare il modo per renderlo un luogo più vivo e frequentato? L'ufficio turistico inaugurato dal Comune un paio d'anni fa (affacciato direttamente sul binario numero uno) ha rappresentato un primo passo ma, evidentemente, non basta.
Non è sufficiente chiedere più controlli da parte delle forze dell'ordine (un ritornello che sentiamo ripetere stancamente dai consiglieri comunali d'opposizione, di fronte ad episodi di violenza più o meno eclatanti). Bisogna rimboccarsi le maniche. Serve più senso civico. E uno scatto d'orgoglio.
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