Che Celentano sia un fuoriclasse del palcoscenico, non staremo nemmeno a dirlo. Ma siccome è anche un furbone che fiuta con anni d'anticipo quel che cambia nella società e nell'anima della gente, il suo ritorno in veste di attempata rockstar dalla voce sempre più roca, abbandonati i panni del comiziante politico, qualcosa deve pur dirlo. Ed è su questo che vale la pena riflettere, almeno il tempo di una canzonetta.
L'Adriano nazionale ha intuito che non è più l'ora dei comizi oceanici e dei politici sui generis, quelli a metà strada tra lo showman e il santone carismatico. Ora è tempo di concretezza e per tenere insieme i conti e il disastro che ci circonda non bastano più i carismatici Ignoranti, servono professori (veri) e tecnici fatti e finiti. E quando invece volete divertirvi, allora venite da me. Certo, al Dna non si comanda, e così sul palco c'era pure Jean Paul Fitoussi, economista francese, pronto a dire che noi italiani "continuiamo a vivere d'illusioni". Sono volate, al pari delle note, parole come decrescita, uguaglianza, lavoro. Ma a piccole dosi, con juicio.
Non è un caso, forse, che l'altro re degli istrioni della nostra scena pubblica degli ultimi vent'anni, un altro vecchietto arzillo e canterino, uno nato per incantare le folle, abbia deciso, proprio ieri, di uscirsene in televisione per dire di essere pronto a mollare.
La rockstar melomane in questione, lo avete capito, è Silvio Berlusconi. Che da sopraffino conoscitore degli umori del popolo ha probabilmente intuito ciò che tanti altri suoi colleghi non hanno ancora capito: l'estate sta finendo, e sta cambiando la stagione di un'intera epoca politica. Chiudono pure le discoteche, quelle che iniziarono a trionfare ai tempi della Milano da Bere, c'è meno spazio per improvvisare. Ognuno faccia quel che sa, quel che deve, e deve. Berlusconi vuole "rasserenare gli animi" dei moderati, e favorire, con la sua discreta uscita di scena, un nuovo clima politico. Il Molleggiato, ha scelto profeticamente di tornare all'antico, ad accarezzarci l'anima, ammaccata assai. Una carezza, senza pugno.
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