In quel caso la relazione della polizia locale aveva assolto il totem da ogni responsabilità, anche se per i commercianti e i residenti c'era lo zampino del contestato paletto. Anche in questo caso, probabilmente, si dirà che l'incidente non è avvenuto esattamente all'altezza dello spartitraffico, ma il volontario con la bandierina era lì proprio per segnalare quel pericolo opportunamente fasciato di gommapiuma, nemmeno fosse lo spigolo di un tavolo a portata di bimbi. Lo ha detto lucidamente l'ex campione di moto Tenconi, testimone oculare dell'incidente («è colpa di quel palo, che va tolto subito»), non uno qualsiasi.
L'assessore Gerosa, dopo il primo episodio, dichiarò che se tutti rispettassero i limiti di velocità non ci sarebbero problemi di sorta. Verissimo. Purtroppo, però, non viviamo in un mondo perfetto. Lo spartitraffico ideato dall'ingegner Lorini ha una sua logica e questo nessuno lo mette in discussione. La prova sul campo, però, ha reso evidente che le controindicazioni - in termini di sicurezza - non giustificano la testarda prosecuzione di questo esperimento. Le esperienze del passato dimostrano che in qualche caso le rivoluzioni viabilistiche, ancorché avversate in un primo tempo, si sono poi dimostrate azzeccatissime (è il caso, ad esempio, del mini-girone di via Badone, ideato proprio da Lorini). Ma stavolta, anche senza evocare eventi funesti, sembra di tutta evidenza la necessità di correre ai ripari al più presto. Non lo dicono soltanto i negozianti e i residenti con il loro corredo di 600 firme, e nemmeno solo i consiglieri di opposizione, che cavalcano - come è ovvio - la protesta. Lo dice il buon senso.
Quel buon senso che, finora, il tandem Lorini-Gerosa ha dimostrato gestendo al meglio due cantieri non facili come quello del viadotto dell'Oltrecolle e della tangenziale e che, invece, è mancato per la via Briantea (un residente, ieri, diceva: «È stato così per cinquant'anni e non è mai successo nulla, adesso due incidenti in due settimane. Ci vuole tanto a capire che non va bene?»). Chiedere di cambiare idea non significa offendere nessuno, né rappresenta un atto di lesa maestà. E farlo, se la situazione lo impone, non è segno di resa, ma di intelligenza. Non vogliono togliere il totem? Almeno lo proteggano oggi stesso mettendo in campo tutti gli accorgimenti per renderlo inoffensivo. Un'isola pedonale? Benissimo (a patto che non si trasformi poi in un trampolino per auto e moto). Un'illuminazione notturna mirata come suggerisce il comandante dei vigili? Idem come sopra. Rimuoverlo del tutto in attesa di studiare la soluzione ottimale? Meglio ancora. Ma lasciare tutto così no, per favore... Sarebbe davvero un delitto tornare alla politica del muro contro muro di un passato troppo recente.
Emilio Frigerio
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