E' un orribile neologismo, il femminicidio. E come tutti i delitti efferati rivolti a uno specifico bersaglio, andrebbe compreso tra i crimini dell'odio, quelli in cui le povere vittime sono accomunate da genere, status, religione o etnia.
Non sono certo si tratti di un fenomeno nuovo, anzi; e nemmeno ritengo abbia assunto proporzioni devastanti. Credo che alla fine di quest'anno, le donne colpite da mariti, fidanzati o ex amanti raggiungeranno un numero vicino alle centoventi, più che nel 2011, in linea con quanto accaduto nel 2010. Ma la puntualizzazione, tanto sul termine quanto sulle cifre, è cosa banale; perché anche una sola vittima, uccisa per l'incapacità di un uomo a tollerare un rifiuto, è qualcosa d'inaccettabile, in una società che pretende di chiamarsi civile.
Anziché limitarci all'indignazione, o alla sbrigativa invocazione di leggi del taglione e pene capitali, potrebbe essere utile prevenire i drammi, saper riconoscere i segnali d'allarme di una futura relazione d'abuso, campanelli d'allarme già presenti durante la fase del corteggiamento.
Mi rivolgo perciò alle ragazze, alle donne, ma anche ai loro familiari attenti e preoccupati: se in un corteggiatore identificate tre o più caratteristiche che di seguito vi descriverò, sappiate che è il caso di interrompere subito la relazione. E, nel dubbio, non esitate a chiedere aiuto al vostro medico, ai consultori, ai centri antiviolenza, alle forze dell'ordine.
Prima che sia troppo tardi.
Cominciamo con la gelosia: all'inizio del rapporto, ti racconterà che la gelosia è un segno di amore; farà problemi su come gli altri ti avvicinano e ti parlano, ti accuserà di flirtare con tutti. Man mano che peggiorerà, ti chiamerà più volte al giorno, arriverà a sorvegliarti dovunque tu sia, senza avvertirti e in modo inaspettato
Accanto alla gelosia, cercherà di controllarti in ogni modo; in un primo momento proverà a convincerti che il suo comportamento dimostra che è preoccupato per la tua sicurezza. Ma presto si arrabbierà se solo arriverai in ritardo a un appuntamento, pretendendo ogni dettaglio sul perché lo hai fatto aspettare.
Una costante è poi l'accelerazione impressa al rapporto; non è raro che tra il primo appuntamento e la convivenza o il matrimonio passino meno di sei mesi.
Insieme alla fretta, ci sono le aspettative irrealistiche, la convinzione che tu soddisferai ogni suo bisogno, che sarai una compagna perfetta, una moglie perfetta.
Ancor meno rassicurante è l'isolamento, il suo tentativo di alienarti da ogni rapporto affettivo e sociale; nel caso dei familiari, sosterrà ad esempio che è arrivato il momento di tagliare il cordone ombelicale. Naturalmente, aggiungerà, è solo per il tuo bene.
Un'altra caratteristica che devi guardare con grande sospetto, è poi la sua tendenza ad attribuire agli altri la colpa di ogni cosa.
L'ipersensibilità lo porta a inalberarsi, a vivere qualunque commento, anche il più comune, come un attacco personale. Legato a questo aspetto, ma ancor più disorientante, è il suo atteggiamento da Dr Jekyll e Mr Hide, fatto di repentini cambi d'umore, del passaggio da gentile a irascibile nel giro di pochi minuti.
Oltre agli insulti, nelle discussioni ricorre spesso alla minaccia, e il passaggio successivo, durante un confronto, è quello di sbattere porte, rompere oggetti, prendere a pugni un tavolo, scagliarti addosso piatti e suppellettili; ma non basta, ed ecco allora le spinte, le strette, ad accompagnare frasi come "Adesso mi stati a sentire", e ad impedire che ti allontani.
Anche a letto, dove all'inizio sembrava così attento alle tue esigenze, dolce e delicato davanti alle tue incertezze, rispettoso del tuo pudore, si è trasformato in un altro uomo; in poche settimane, o pochi mesi, mostra un eccesso di aggressività e modalità dominanti, poco importa quanto ti senti a disagio.
Se poi proverai a indagare la sua storia, troverai un passato di aggressioni nei confronti delle precedenti partner, con giustificazioni del tipo "Se le è meritate".
Un uomo facile alla rabbia e alla prevaricazioni, lo è in tutte le relazioni in atto da un minimo di tempo, per questo ha pochissimi amici, e un lungo elenco di rapporti fallimentari alle spalle.
Non è facile che te ne parli, ma potresti venire a conoscenza di particolari drammatici della sua infanzia, situazioni di abuso psicologico o fisico di cui è stato vittima, oppure traumi da separazione e abbandono; e crescendo è diventato a sua volta facile alla violenza, verso sé stesso e verso gli altri. Non è raro che utilizzi alcol e sostanze, come amfetamine, ma anche oppiacei e cocaina, droghe capaci di causargli drammatici cambiamenti di umore e precipitarlo in crisi di rabbia.
In assenza di una franca malattia psichiatrica, potrai scoprire che la sua mente è popolata da credenze strane o bizzarre, da superstizioni, dagli estremismi di un fanatismo politico o religioso da fantasie dove la violenza è erotizzata.
Massimo Picozzi
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