Per Grillo
e il Pd
il problema
cattolico

  Si va verso elezioni e c'è già una data probabile: il 10 marzo 2013. Intanto, secondo alcuni sondaggi, molti elettori cattolici starebbero lasciando il Popolo della libertà - che ne raccoglieva in passato la maggioranza relativa - e la Lega, per rivolgesi verso il Partito democratico e il Movimento 5 Stelle.
Dopo il fallimento del Pdl, infatti, il Pd appare oggi a molti  la formazione politica più solida. Chi invece vuole distruggere il sistema dei partiti, sceglie i grillini. Sono tendenze diffuse tra tutti gli italiani e non riguardano solo i cattolici: sembra, infatti, delinearsi una forma inedita di bipolarismo, in cui le due principali alternative saranno rappresentate da Grillo e dal Pd. Ma la presenza di queste tendenze anche tra i cattolici pone interrogativi specifici: quanti di loro  troveranno davvero ciò che cercano nel Pd e in Grillo? Torna in mente il confronto-scontro tra Berlinguer e Craxi negli anni ottanta, quando il primo si definì conservatore e rivoluzionario ed il secondo progressista e riformista. Se ne potrebbe ricavare che gli attuali progressisti siano eredi di Bettino Craxi e dei socialisti degli anni Ottanta.
Non è l'unico indizio in questo senso. L'esigenza della "governabilità", sottolineata da Bersani per mantenere il premio di maggioranza nel sistema elettorale, era un tema tipico di Craxi, che lo invocava per proporre radicali riforme politico-istituzionali (mai realizzate). Se molti eredi della Dc e del Pci si trovassero oggi ad essere craxiani, a loro insaputa, sarebbe indubbiamente singolare. Ma non è impossibile: molti sono stati, infatti, gli elementi di continuità tra l'Italia degli anni ottanta e la Seconda Repubblica. Il protagonista più noto di tale continuità è stato certamente Berlusconi, strettamente legato a Craxi, ma anche molti dei suoi oppositori hanno radici in quella stagione. Il problema è che la prospettiva modernizzatrice e secolarizzatrice, in sostituzione delle vecchie ideologie, di cui Craxi fu interprete non sembra né adatta ai tempi in cui viviamo né espressiva dei temi che più i cattolici hanno a cuore.
Problemi ancora più grandi si presentano ai cattolici che scelgono Grillo. E', infatti, in corso un cambiamento del grillismo che da movimento antipolitico si sta trasformando rapidamente in soggetto politico. Per questo, la sua identità appare molto incerta. In sede di elezioni amministrative, il problema appare meno acuto, ma votare 5 Stelle alle politiche significa mandare in Parlamento una forza indeterminata, di cui non sappiamo che cosa pensi sull'Europa e l'euro, sul lavoro e la crescita, come pure sulla Chiesa e le questioni etiche. E' singolare, però, che chi invoca continuamente la democrazia diretta si stia mobilitando per partecipare all'evento centrale della democrazia rappresentativa ed è altrettanto singolare che chi invoca continuamente trasparenza formi un gruppo di parlamentari indecisi a tutto. Non è il massimo per chi, come i cattolici, pone tra le sue priorità il perseguimento del bene comune.
Agostino Giovagnoli

 

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