Sorridi, sei su candid camera. Ma da ridere c'è davvero poco.
Ogni due minuti, infatti, i famigerati autovelox piazzati dalla Provincia di Milano sulla Milano-Meda scattano una foto che, mesi dopo, si trasforma in una multa. La colpa degli automobilisti? Non aver rispettato il limite di 80 chilometri orari. Su una superstrada dove, secondo il codice della strada, la velocità dovrebbe essere di 110 km orari. L'autovelox è segnalato, è vero, ma abbassare il limite di 30 chilometri orari ha tutto il sapore di una manovra per fare cassa. Gli importi delle multe, del resto, non mentono. E parliamo di casi concreti. Novantasette euro per aver premuto l'acceleratore fino a raggiungere la fantasmagorica velocità di 82 km orari (87 effettivi, dai quali viene automaticamente tolto il bonus di 5 km). Il salasso arriva per aver percorso il tratto con foto ricordo annessa a 91 km orari: 230 euro di multa e 3 punti patente persi.
E la Milano-Meda, va detto, è utilizzata da molti come alternativa all'autostrada. È usata da tantissimi pendolari e lavoratori, alcuni dei quali si sono ritrovati negli ultimi dieci giorni con due sanzioni per un totale di 460 euro e 6 punti volatilizzati. Non per aver cercato di emulare Alonso. In questo caso, la multa sarebbe stata sacrosanta. Al danno si aggiunge pure la beffa che da gennaio il limite, nel tratto contestato, sarà portato a 100 chilometri orari. Tradotto: adesso la strada non è sicura, tra un mese lo sarà. Forse qualcuno a Roma (il ministro delle Infrastrutture, il comasco Corrado Passera, quella strada dovrebbe conoscerla da vicino) dovrebbe intervenire come chiedono Pdl e Lega. E, forse, dovrebbe intervenire qualcuno anche a Milano.
Quello che preoccupa non è solo quello che accade sulla Milano-Meda, ma la tendenza che sta investendo le pubbliche amministrazioni. Fare cassa - in un momento di crisi - giocando con i limiti di velocità. E sulla pelle non di chi corre davvero in auto o guida ubriaco, ma dei lavoratori. Che, purtroppo per loro, la crisi la sentono già.
Sulla statale Regina è stato istituito da poco il limite di 50 chilometri orari (70 in galleria che chissà per quale motivo viene ritenuta meno pericolosa). In alcuni tratti per rispettare i 50 km orari bisogna davvero impegnarsi e creare code su una strada che di ulteriore non ha certamente bisogno. La domanda è: non sarebbe il caso di multare (e pesantemente) chi scambia la Regina per l'autodromo? La soluzione non può essere quella di costringere gli automobilisti a trasformarsi in tartarughe per disincentivare chi ama troppo l'acceleratore o, peggio ancora, per rimpinguare le casse delle amministrazioni locali o provinciali.
Addirittura il Comune di Como ha chiesto l'autorizzazione al ministero per multare chi supera i 30 chilometri orari in via Milano alta. Forse si sta esagerando. E chi scrive non è certamente una paladina della velocità. Ma del buonsenso.
Gisella Roncoroni
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