Ancora l'altro giorno, durante il corteo degli studenti a Roma, echeggiavano slogan contro la scuola privata. «No alla scuola dei ricchi, giù le mani dalla scuola pubblica». Una sorta di "razzismo" senza ragione, urlato da chi non conosce ma semplicemente combatte una guerra ideologica che non ha più ragione di esistere.
La scuola dei ricchi non esiste, o se esiste non corrisponde con quelle migliaia di realtà educative che rappresentano una ricchezza per tutti. Realtà che esistono nonostante nessun governo, se non a parole, abbia voluto sino ad oggi riconoscere che la libertà di scelta delle famiglie è un diritto inalienabile. Una libertà di scelta che ha messo in gioco migliaia di famiglie di imprenditori, di operai, di impiegati, di immigrati. Basterebbe avere il coraggio di fare un viaggio dentro queste realtà per capire quanto l'ideologia possa offuscare la verità dei fatti.
Ora arriva la beffa dell'Imu. Il governo ha deciso che le scuole paritarie cattoliche e non profit saranno esentate solo nel caso che la loro retta sia gratuita, oppure «dietro pagamento di corrispettivi di importo simbolico, tali da coprire solo una frazione del costo effettivo del servizio». Ecco la beffa. E' assurdo che sia il criterio della gratuità a stabilire se una scuola cattolica debba o meno pagare l'Imu. E' ovvio che nessuna scuola è gratuita; come farebbero a pagare i docenti, il riscaldamento, la manutenzione degli edifici? Con quali soldi? Semmai il criterio vero dovrebbe essere la produzione o meno di utili, ma in questo caso (così avrà ragionato il governo), nessuno dovrebbe pagare, perché è praticamente impossibile che una scuola paritaria produca degli utili. Già oggi, in molte di queste realtà, si fanno i conti con i soldi che non bastano, si applicano contratti di solidarietà con riduzioni dello stipendio dei docenti, fino al 25%.
Lo scenario è preoccupante perché in ballo c'è la sopravvivenza stessa di molte di queste realtà. E, di conseguenza, è messa a rischio la libertà di scelta in campo educativo. Un'altra volta le decisioni del governo si abbattono proprio sulla famiglia. Perché quale scelta hanno di fronte le scuole paritarie? L'unica possibile, non avendo altre forme di entrate: aumentare le rette, cioè aumentare il peso sulle famiglie. Per molte di queste la scelta sarà inevitabile e cioè togliere i propri figli e iscriverli nelle scuole statali. Con quali conseguenze è persino ovvio. Un aggravio per lo Stato a cui ogni alunno costa in maniera considerevolmente maggiore.
L'Associazione genitori scuole cattoliche ha dimostrato cifre alla mano, senza mai essere smentita, quanto la presenza delle scuole paritarie rappresenti per lo Stato non una spesa, bensì un risparmio, quantificato in oltre sei miliardi e mezzo di euro. E così la decisione del governo sul pagamento dell'Imi, rischia di essere un provvedimento antieconomico. Già ora molte famiglie sono in difficoltà a pagare le rette nei tempi previsti e chiedono dilazioni. Il tutto mentre le scuole continuano a pagare regolarmente gli stipendi ai docenti e al personale. Una situazione che non si può peggiorare.
Ecco perché il governo deve avere il coraggio di fare una scelta di campo in favore di tutta la scuola pubblica, di cui la scuola paritaria fa parte a pieno titolo. Questo è il vero principio che va stabilito e difeso. Lasciando da parte le guerre ideologiche che a questo punto paiono, sinceramente, ridicole.
Massimo Romanò
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