E fanno 62. In pratica tutti i consiglieri di Pdl e Lega, compresi molti di coloro che li hanno preceduti. Sessantadue indagati al Pirellone per le spese "pazze" e i relativi rimborsi caricati sui contributi pubblici assegnati ai gruppi.
Lo scandalo al Pirellone, - peraltro già segnato dalle indagini su Formigoni, sul sistema sanitario regionale, sugli assessori e da quelle per altri reati sempre a carico di molti consiglieri (in questo caso anche d'opposizione, come Filippo Penati) - si dilata giorno dopo giorno. E, a consolazione del centrodestra, rischia di servire poco la speranza che, dopo l'avvio dei controlli anche sulle spese delle minoranze, anche qualche esponente di queste ultime finisca nel mirino dei magistrati.
Comunque vada, l'affresco della Regione modello, della patria delle "eccellenze" anche e soprattutto nel buongoverno propagandato da Formigoni & C., è rovinato, compromesso. Non ci sarà stato a Milano un "Batman" come quello di Roma, ma l'immagine di un consiglio regionale, con eletti che portano a casa ogni mese circa 15 mila euro, con un bel po' di benefit e un vitalizio non indifferente a fine carriera e mettono anche in riscossione perfino creme, champagne e perfino le spese di nozze dei figli (seppure, pare, per errore), è quanto di peggio si possa immaginare nell'uso che viene fatto dei soldi pubblici.
Ma quanto sta accadendo a Milano, ci riporta indietro di 20 anni esatti, quando sempre nel capoluogo lombardo prese il via la stagione di Mani Pulite. Le similitudini sono impressionanti: si parlava di malcostume e corruzione allora, oggi siamo allo stesso punto e, come nel '92, proprio in conseguenza delle inchieste, si sta assistendo alla liquefazione di un partito maggioritario, di una intera stagione. Un flashback che, visto con il sentimento comune dell'oggi, dà chiara l'impressione di un ventennio buttato via, perduto per l'Italia e per la sua possibilità di correre con i ritmi e la concezione morale del resto d'Europa.
La crisi italiana dentro quella globale e il precipitare della questione morale ci hanno riportato a quei tempi che avremmo voluto e sperato, fossero stati superati. Eppure ciò non è avvenuto. Quanto sta accadendo a Milano lo conferma: il malcostume e la corruzione non sono mai stati né affrontati né estirpati in modo efficace. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: non è mai stato un mistero che la classe politica avesse privilegi incredibili, senza pari in Europa e in buona parte del mondo. E che, nonostante questa posizione privilegiata, la stessa Casta non ha avuto ritegno, in una sua fetta consistente, a farsi corrompere o essere coinvolta in pratiche illegali.
Ciò è avvenuto perché le famose contromisure non sono mai state adottate, i controlli - nelle Regioni, ma anche nelle Province e nei Comuni o negli enti e aziende in mano alla politica - non ci sono mai stati.
Il dissolvimento in atto del Pdl, ma anche il rimescolamento delle forze politiche, sono figli di questo non-fare, di questo non-vedere. Figli di un'illusione infinita che pretendeva per l'Italia una diversità che non c'era e che non poteva essere e che un anno di governo più o meno tecnico hanno portato subito a galla, drammaticamente.
Così come, alla fin fine, si è rivelata ugualmente illusoria, alla faccia dei più "puri", quell'eccellenza nordica che mascherava, a quanto pare, costumi e usi mai messi in discussione.
Umberto Montin
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