La caccia alle streghe, di qualsiasi genere, è tipica di una società dominata dal pregiudizio, in cui la fatica dell'intelligenza è sovrastata dalla semplicità dell'ignoranza.
L'angoscia della vittima era eccitazione irresistibile per i carnefici collettivi: non il boia ma i bravi cittadini che credevano di sapere come stavano le cose, di avere capito tutto, di partecipare con successo all'opinione comune.
Lo stesso brivido qualcuno lo vuol provare oggi, aggredendo i bersagli facili nelle cacce alle streghe fatte di parole magiche.
Auto blu. Grande è l'eccitazione nel censurare le auto blu e i loro privilegiatissimi ospiti, adagiati tra radica e pelle (umana, forse, chiediamolo a Fantozzi) trasportati a sbafo da autisti in divisa blu (anche quella) mentre il popolo soffre sotto il peso di gabelle ingiuste.
Poi si scopre che nel numero delle orrende "auto blu" vengono conteggiati i mezzi della polizia municipale e della protezione civile, le auto blindate a cui sono costretti servitori dello Stato minacciati gravemente, le utilitarie da centocinquantamila chilometri che dopo aver arrancato a servizio necessario di esigenze pubbliche il Comune di Como tenterà di vendere.
Intanto, prodotta la grande marmellata, chi ha privilegi reali da difendere se ne sta acquattato.
Tagli. Tecnici o non, tutti brucano la stessa erba e si preparano a "tagliare" giusto per dire di averlo fatto, per mostrare alla folla plaudente le teste mozzate di colpevoli sprechi, insieme a cui rotoleranno nella cesta servizi storici indispensabili che non recupereremo più.
Società civile. Se avete la sfortuna di avere un numero eccessivo di "amici" (cioè sconosciuti a cui avete regalato un "mi piace") su Facebook, potete godervi la giaculatoria quotidiana dei "post" contro questo e contro quello, i "mandiamoli a casa tutti", i decaloghi urlacchiati, le spiritosate squallide.
E per conquistare il popolo dei "post", l'importante, a quanto pare, è fare politica proclamando a gran voce di non essere politici.
Un po' strano: se nello spogliatoio, prima di una partita di pallone, il compagno che ho accanto mi dicesse che non conosce le regole del calcio e si vantasse però di essere un gran giocatore di briscola penso che mi preoccuperei.
Dovremmo iniziare a riflettere sulla necessità di portare in politica la "civiltà della società", cioè cittadini che si preparino - trascorrendo alcuni anni a imparare e senza nulla pretendere - a fornire alla collettività le loro competenze; non, come si è ripetuto in questi anni, la "società civile", intesa su misura da chi esige un'immediata elezione in alternativa a qualche frustrazione.
Giuseppe Battarino
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