Un eventuale ridimensionamento dell'ospedale avrebbe infatti ripercussioni negative anche su tutti gli altri servizi sanitari del territorio. Non a caso, le novità vengono seguite con una certa apprensione al Sant'Anna.
Il procuratore speciale del Valduce, nominato un paio di mesi fa dalla Congregazione proprietaria della struttura, ha finalmente chiarito nel dettaglio la situazione. E ha mostrato di avere le idee molto chiare su come provare a uscire dalle difficoltà. «Non sono qui per fare il tagliatore di teste», ha messo subito in chiaro, annunciando l'intenzione di non licenziare nemmeno uno degli ottocento dipendenti.
Ma la parte più importante del suo discorso è stata quella in cui si è autodefinita «una manager anomala», spiegando che non penserà solo ai numeri e al pareggio di bilancio, ben consapevole del fatto che «si tratta di un ospedale» e che «dietro ogni lavoratore c'è una famiglia». Il rischio di una sforbiciata netta, senza guardare in faccia a nessuno, era reale, considerando che il Valduce perde sei milioni di euro all'anno.
La dottoressa Enoc non si fa intimorire dalla prospettiva di dover affrontare un'operazione a cuore aperto. Annuncia che si dovranno fare sacrifici (a partire dai medici, che si vedono decurtare parte della retribuzione) e si punterà di più sulle prestazioni offerte a pagamento, non a carico del Servizio sanitario. Sottolinea, inoltre, che nel passato (anche recente, aggiungiamo noi) sono stati commessi errori, complice una visione troppo incentrata sui servizi e troppo poco attenta agli aspetti economici. La manager, tuttavia, non ha nessuna intenzione di passare all'eccesso opposto (una tendenza che sta prendendo piede sempre più nel mondo della sanità, con i medici ostaggio dei budget e la qualità delle cure lasciata a volte in secondo piano) e parla esplicitamente di sviluppo e di un ospedale che vuole diventare sempre più un'eccellenza, una volta passata la bufera.
Scongiurata, almeno stando alle parole di Enoc, anche la possibilità di una vendita dell'ospedale (si vociferava di una cessione a un grande gruppo milanese o di accorpamento con il Sant'Anna) . «Non avverrà, se raggiungerò gli obiettivi», ha tagliato corto.
Nelle prossime ore è in programma un incontro tra la manager arrivata da Fondazione Cariplo e i vertici del Sant'Anna. Enoc assicura la volontà di «collaborare» e di studiare le possibili sinergie con la più grande azienda ospedaliera del territorio. Sullo sfondo resta la chiusura del reparto di Terapia intensiva neonatale del Valduce, oltre all'Emodinamica (anche se, in quest'ultimo caso, a decidere sarà la Regione). Sacrifici che si possono accettare - al pari di quelli che vengono chiesti al personale - se la prospettiva a lungo termine è quella di una rinascita e di un rafforzamento dell'ospedale. Il tempo dirà se la nuova manager avrà lavorato bene. Le premesse per un esito positivo ci sono tutte. Fanno il tifo per Enoc non solo i dipendenti dell'ospedale, ma tutti i comaschi.
Michele Sada
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