Ma c'è comunque poco da ridere. Anche se questa eventuale tassa non la dovranno pagare i comaschi ma coloro che ci fanno il favore di venire a visitare la nostra città.
Dall'altro canto, di questi tempi, bisogna andare a prendere dove ce n'è. E il turismo, come sottolinea in un'intervista a "La Provincia" anche Andrea Camesasca, delegato della Giunta della Camera di Commercio per il settore, è l'unica branca dell'economia in grado di risollevare un po' lo strapelato Pil lariano.
Ecco perché la tassa per il turismo può anche rappresentare il minore dei tanti mali che affliggono i contribuenti. Chiaro che il balzello dovrà essere equo per non scoraggiare coloro che decidono di trascorrere tra noi le loro vacanze. Va anche detto che dove questa misura è stata finora applicata non sono stati registrati cali significativi di presenze. Inoltre i turisti che scelgono la nostra città appartengono perlopiù a una classe sociale medio alta. Non dovrebbe far molta differenza per loro dover sborsare qualche euro in più.
Como però ha una situazione particolare. Infatti qualcuno potrebbe obiettare: ma come, con la passeggiata a lago in quelle condizioni volete pure far pagare chi vi fa ancora il favore di tornare dopo aver assistito per anni a questo deludente spettacolo?
Proprio qui sta il Nesquik: quel prodotto al cioccolato che riscuote grande successo perché consente di far bere il latte ai bambini rendendolo più gradevole.
Per addolcire la tassa sul turismo è indispensabile scogliere il prima possibile il nodo scorsorio del lungolago che sta strangolando Como. Con ogni probabilità anche gli albergatori, che per ora hanno solo aperto uno spiraglio a un balzello che vedono come il fumo negli occhi temendo un calo della clientela, spalancherebbero l'uscio.
Perché l'ipotesi della tassa per il turismo è stata avanzata a margine di un incontro su Expo 2015. E sarebbe un suicidio per Como presentarsi all'appuntamento con la vista del lago ancora occultata dal cantiere maledetto.
L'orientamento di palazzo Cernezzi, d'accordo con gli operatori turistici è di destinare gli introiti alla pulizia e all'abbellimento della città. Ma sarebbe solo un belletto che dovessero restare le palizzate che chiudono il primo bacino del Lario. I proventi dell'eventuale tassa sul turismo dovrebbero servire poi per sistemare la stazione ferroviaria di San Giovanni oggi in condizioni pietose.
Certo, anche la stazione è importante per lo sviluppo turistico di Como. Ma forse chi si reca in visita alla nostra città nota di più il disastro del lungolago che non quello dello scalo ferroviario.
Purtroppo, di questi tempi, le emergenze sono all'ordine del giorno. E la stazione rientra in pieno in questa categoria. Ma la sistemazione del lungolago, per i turisti, per i comaschi e per gli albergatori, è la priorità delle priorità. Oltre che, inutile ricordarlo, l'obiettivo più volte annunciato dal sindaco Mario Lucini per il suo mandato. Quindi precedenza assoluta al lungolago. E magari, più avanti, alla possibilità di ridurre le tasse dei comaschi anziché idearne di nuove.
Francesco Angelini
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