E' vero, c'eravamo appisolati. Pure noi, come il Cavaliere al memoriale della Shoah. Ma per l'appunto, come per il Cav. massacrato per una battuta infelice e fuori luogo, anche per noi il risveglio è stato brusco.
Ci eravamo appena adagiati sulla nostra campagna elettorale, mollemente provinciale come sempre - abolire l'Imu, chi ruba di più tra banche di sinistra e "impresentabili" di destra, da Vespa ci vanno a turno o tutti insieme? - che la Maestrina Europa è entrata in classe, e giù bacchettate sulle dita per tutti. Anzi: a ben guardare, bacchettate soprattutto per Silvio Berlusconi (chissà mai perché…).
La frase su Mussolini "che ha fatto tante cose buone" ha superato subito i confini nazionali, ed è diventato motivo (pretestuoso) per riaccendere le polemiche (strumentali) sulla affidabilità democratica del capo del Pdl. La commissaria agli Affari interni, Cecilia Malmstroem, ha sentenziato che ci sono partiti «che nutrono l'odio e l'estremismo», e che è «necessario che tutti i leader politici, ad ogni livello, si ergano contro queste posizioni».
Mentre gli "amici" del Ppe hanno fatto sapere che preferiscono «non dare ulteriore pubblicità» alla faccenda, e Berlusconi se la cavi come può. E il Wall Street Journal ha titolato addirittura che «Berlusconi difende il patto di Mussolini con Hitler».
Ma le bacchettate più forti sono arrivate ieri. Per mano stavolta del maestrino Olli Rehn, il commissario europeo all'Economia, che ha deciso, fregandosene delle regole della democrazia e del bon ton, di intervenire a gamba tesa nella campagna elettorale italiana. E ha accusato Berlusconi di aver "soffocato la crescita in Italia", perché "dopo le promesse" fatte alla Bce non avrebbe «rispettato più gli impegni assunti».
Un giudizio pesante, non sappiamo dire se sia anche vero, ma non è questo il punto. Il punto è che al maestrino Rehn è scappata detta l'indicibile verità: l'Italia (e del resto non solo l'Italia) è ormai una democrazia a regime controllato, in cui le scelte politiche dei cittadini contano, ma fino a un certo punto. E' notevole che proprio sul Sole 24 Ore, un importante imprenditore "di sinistra", nonché arcinemico di Berlusconi, Carlo De Benedetti, abbia scritto un articolo in cui lancia sull'Europa gli stessi allarmi lanciati da Berlusconi, e a onor del vero non solo da lui: ha scritto che la sfida più minacciosa per le imprese e i cittadini italiani verrà presto dall'attuale architettura della moneta unica. E che l'Ue dovrebbe decidere di seguire i modelli della Fed americana o della Bank of England, se non vuole strangolare, con l'euro, anche l'economia di tutti i Paesi membri.
Nel frattempo, lo sport elettorale del momento è il solito: annunciare mirabolanti tagli delle tasse. E se il Cavaliere è un fuoriclasse in materia, persino il Professor Monti, l'uomo dei "compiti a casa" e dell'Imu, si è lanciato in spericolate promesse. Ma appunto, promesse: le decisioni vere, alla fine le prende la Maestra Europa.
Maurizio Crippa
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