Ieri il Comune ha emesso un'ordinanza che impedisce da oggi il transito dei bus e dei mezzi superiori a 3,5 tonnellate nel tratto compreso tra piazza Matteotti e piazza Cavour. L'assessore Gerosa, da parte sua, ha annunciato un intervento tampone di consolidamento per evitare ulteriori crolli, che sarà ultimato a metà della settimana prossima.
Ma questa è solo una parte della notizia, quella meno preoccupante. Il direttore del settore reti del Comune, l'ingegner Viola, ha definito ipotizzabile una riapertura completa del lungolago al transito «solo dopo un intervento risolutivo su tutta la soletta della darsena». Questo cosa significa? Significa, come ha ammesso l'assessore Gerosa, che all'intervento tampone seguirà necessariamente il "vero" cantiere, in tempi e modi da definire, ma che durerà comunque alcuni mesi. «L'obiettivo - ha detto - è di farlo prima dell'estate per non influire sulla stagione turistica».
Tutto bene, quindi? Chissà. È vero che il sindaco ha annunciato e ribadito l'intenzione di riaprire - almeno per la bella stagione - il primo lotto nel tratto da piazza Cavour ai giardini a lago. Ma il rischio di trovarsi con un ulteriore intralcio tra i piedi in vista della prossima estate è tutt'altro che remoto. In un altro tratto, d'accordo, ma pur sempre nobile e cruciale per la viabilità sul girone.
Qui la domanda - anche senza scomodare il mitico Lubrano - sorge spontanea. Il lungolago è solo ed esclusivamente maledetto o c'è dell'altro? In queste ore risuonano sinistri alla mente i tanti titoli di giornale pubblicati da quasi due anni a questa parte. La prima denuncia (fu un reportage de "La Provincia") risale addirittura al 20 marzo 2011. Titolo: "Darsena, viaggio sotto la strada tra tubi arrugginiti e cedimenti". Sommario: "Palazzo Cernezzi ha accertato che solette e tiranti vanno cambiati. Lungolago a rischio". Il Comune assicura un doppio provvedimento: chiusura ai mezzi pesanti e intervento risolutivo in estate. Non succede nulla. Il secondo allarme risuona il 5 settembre 2011. Titolo: "Lungolago a rischio e nessuno interviene". Sommario: "Rinviato al 2012 l'intervento sulla pericolante soletta che regge la strada". Nel frattempo l'amministrazione Bruni affida un incarico ad hoc al professor Jurina, docente del Politecnico. Passa anche il 2012. Dei lavori nessuna traccia. E nessuna traccia, nemmeno, del progetto esecutivo evocato proprio ieri dal dirigente Viola.
Qui il dubbio diventa quasi una certezza: vuoi vedere che dietro il crollo c'è l'ennesimo pasticcio di Palazzo Cernezzi? Il problema delle solette era noto da quasi due anni, è stato denunciato dal giornale, ribadito da Viola e dalla stessa Sacaim (l'azienda delle paratie). Tre Cassandre, non una. Di più. È stato annunciato, rinviato, riannunciato, fatto materia di un progetto affidato a un luminare. E poi? Che fine ha fatto il progetto? È stato consegnato oppure no? Se ritardo c'è stato, qualcuno ne ha chiesto conto al professor Jurina? Se invece la consegna è avvenuta nei tempi convenuti, perché è finito dimenticato in un cassetto invece di essere afferrato al volo per avviare i lavori senza perdere altro tempo prezioso? Di questo qualcuno dovrà pure rendere conto.
Anche perché solo con il progetto in mano potremo avere qualche certezza in più sui tempi e i modi dell'intervento. E, soprattutto, sapremo se ci aspetta la sesta estate di passione sul lungolago.
Emilio Frigerio
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