Il Signore ci guiderà. Ecco le parole che cambiano completamente la prospettiva con la quale si guarda al gesto del Papa. «Ho fatto questo in piena libertà per il bene della Chiesa».Oltre tutte le dietrologie con cui in questi giorni da ogni parte del mondo si prova a spiegare il senso di un gesto tanto clamoroso, c'è un'indistruttibile certezza: «Mi sostiene e mi illumina la certezza che la Chiesa è di Cristo, il Quale non le farà mai mancare la sua guida e la sua cura».
Com'è difficile per gli uomini capire questa verità. Per gli uomini così convinti di essere gli unici artefici del proprio destino. Così convinti da non sopportare l'idea del fallimento. Da non comprendere la semplicità e la forza di chi abbandona riconoscendo di non avere più la forza per portare un fardello così pesante. E lo fa senza avvertire l'ombra del fallimento, ma vivendo la serenità di chi sa che il destino è nelle mani di un Altro. Il Papa senza più forza ci mostra Chi è la vera forza. E' la testimonianza di una pienezza di rapporto con Cristo tale da consentire a Benedetto XVI un incredibile atto di libertà per il bene della Chiesa.
La riflessione sulle tentazioni a cui Gesù è sottoposto nel deserto, per il Santo Padre sono un invito a tutti a rispondere ad una domanda fondamentale: «che cosa conta davvero nella mia vita». Una domanda che urge, in un momento nel quale tutte le certezze sembrano venire a mancare.
Qual è il nocciolo delle tre tentazioni che Gesù subisce? «E' la proposta di strumentalizzare Dio, di usarlo per i propri interessi, per la propria gloria e per il proprio successo. E dunque, in sostanza, di mettere se stessi al posto di Dio, rimuovendolo dalla propria esistenza e facendolo sembrare superfluo». Questa è la grande tentazione del mondo moderno. Fare a meno di Dio, sostituirsi a lui. Una tentazione che Benedetto XVI ci invita a superare.
«Bisogna lasciare che Dio ci trasformi, smettere di pensare che siamo noi gli unici artefici della nostra esistenza. Significa riconoscere che siamo creature, che dipendiamo da Dio, dal suo amore». Confidando soprattutto nella certezza che «la Grazia agisce lo stesso», come ha detto il Papa. Anche quando si fa di tutto per allontanare Dio, perché di certo Dio non abbandona gli uomini.
Ecco l'invito semplice e grandioso di questo Papa: è il cammino della conversione. «L'alternativa tra la chiusura nel nostro egoismo e l'apertura all'amore di Dio e degli altri, potremmo dire che corrisponde all'alternativa delle tentazioni d Gesù: alternativa cioè, tra potere umano e amore della Croce. Convertirsi significa non chiudersi nella ricerca del proprio successo, del proprio prestigio, della propria posizione, ma far sì che ogni giorno, nelle piccole cose, la verità, la fede in Dio e l'amore diventino la cosa più importante».
Quale eredità più grande può lasciare un padre ai suoi figli?
Massimo Romanò
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