Basterebbe un giro in qualche villaggio africano, in effetti, per scoprire come, nei limite del possibile, a quelle latitudini le persone riescano a sopperire alla povertà e all'assenza di lavoro attraverso il paziente intreccio di relazioni umane in una rete capace di aiutare chi è in difficoltà. Basterebbe un giro in Africa. O al Valduce. Il clamoroso risultato - in termini percentuali - del referendum indetto tra i lavoratori dell'ospedale di via Dante, in cui oltre l'80% dei dipendenti ha dato il via libera al taglio dei propri stipendi pur di far quadrare i conti traballanti e salvare i posti di lavoro di tutti, è un segnale importante in un periodo di forte crisi non solo economica, ma anche sociale e umana.
Il senso di responsabilità e di realismo con il quale i dipendenti dell'ospedale hanno accettato il piano, non certo indolore, del procuratore speciale Mariella Enoc allevia l'inevitabile amarezza per la perdita economica. Merito anche del sapore vagamente dolce della solidarietà, ingrediente irrinunciabile per uscire dai momenti di difficoltà. Eppure, nella vicenda del Valduce, forse è possibile individuare un ulteriore elemento che ha mosso le penne dei dipendenti verso il "sì" al taglio dei propri stipendi. Ed è la fiducia che ha riscosso la schietta sincerità del procuratore speciale, nel presentare la situazione complessiva e disegnare la strada futura. Oltre ai ritocchi economici Mariella Enoc ha anche assicurato interventi per rilanciare l'ospedale. E offerto dunque un obiettivo, un progetto, una speranza.
Il messaggio che giunge da via Dante è chiaro: non si può vivere di egoismi ma neppure si sopravvive di tagli fini a se stessi. Tra i marosi della crisi non si può pensare di riconquistare la rotta soltanto con le forbici in mano. Se si vuole ripartire è necessario avere il coraggio di osare, esplorare orizzonti inediti, ipotizzare anche qualche investimento alla faccia delle difficoltà ed essere in grado di fare squadra.
È purtroppo notorio come gli stipendi abbiano perso, negli ultimi anni, il loro poter d'acquisto. Facendo scivolare la classe media verso la soglia della povertà. Un esclusivo ricorso ai tagli rischia di far sfondare quella soglia, con una conseguenza inevitabile: la stagnazione dell'economia. Senza soldi in banca, niente spese. Senza spese, l'uscita dalla crisi resta una chimera.
Ben venga, dunque, quel caldo vento d'Africa rappresentato dai risultati del referendum tra i lavoratori del Valduce. E che quel vento sappia ispirare non più o non solo chi - come molti infermieri e operatori dell'ospedale - dovrà fare sacrifici per salvare posti di lavoro. Ma si insinui nei troppi scandalosi premi, stipendi, caché, prebende che caratterizzano ancora sia il pubblico che il privato. E che non aiutano quel bisogno di solidarietà che saprebbe trasformarci in un uomini migliori.
Paolo Moretti
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