L'Ordine, il grande quotidiano cattolico, che per oltre un secolo ha rappresentato la sensibilità cristiana del Comasco, torna in edicola. E lo fa assieme a La Provincia, che dalla sua fondazione ha invece costituito la tribuna della Como laica e liberale e che per tanti decenni si è confrontata con un concorrente così autorevole e combattivo. Due grandi giornali, due grandissimi direttori - Gianni De Simoni e don Giuseppe Brusadelli - un'unica grande terra. L'occasione era troppo ghiotta e troppo importante, in un momento difficile come questo, per lasciarsela sfuggire: riconciliare dopo tanti anni i due campioni del giornalismo locale in un tentativo ambizioso di sana e alta "contaminazione" della storia e dei valori laici con quelli cattolici. E proprio da qui è nata l'idea di trasformare L'Ordine nell'inserto domenicale de La Provincia, un classico "foglio" di quattro facciate che proponga approfondimenti e riflessioni, firmate da significativi editorialisti locali e nazionali, su due temi fondanti: il futuro, le prospettive, le strategie per il nostro territorio nei prossimi decenni e l'analisi dei più alti temi etico-morali secondo la visione del mondo che don Brusadelli ha diffuso e difeso con straordinario orgoglio e vis polemica durante la sua lunghissima direzione.
Diciamoci la verità: stiamo sempre lì a piagnucolare sulla recessione e le cose che vanno male e il futuro che ci riserva chissà quali orrori, specialmente noi del mondo dell'editoria, squassato da una epocale crisi di sistema che ne sta mettendo a repentaglio la sopravvivenza e che non permette più pigrizie, alibi e rendite di posizione figlie di un mondo ormai scomparso. Non è così? Bene, è proprio nei momenti di difficoltà che bisogna investire. E noi lo stiamo facendo da tempo, non solo sul versante tecnologico e imprenditoriale, ma anche e soprattutto su quello giornalistico e culturale.
C'è la recessione e i giornali rischiano di finire gambe all'aria? Noi siamo fatti di una pasta diversa, non scappiamo, restiamo leader assoluti e incontrastati di questa provincia e di tante altre e per dimostrarvelo crediamo in un prodotto nuovo e antichissimo, anche perché non vogliamo, non vogliamo assolutamente che L'Ordine finisca nel cumulo già troppo alto dei valori persi da questa città. Non vogliamo e non permetteremo che L'Ordine sparisca un'altra volta. Vogliamo invece che diventi un appuntamento caro a tutti i lettori, un luogo di riflessione attenta e colta che riesca ad andare oltre i ritmi incalzanti e spesso angosciosi della cronaca per lasciare spazio alla riflessione in un mondo che rincorre sempre e solo le notizie.
Un grazie quindi al nostro editore davvero unico, speciale e "puro" - il gruppo Sesaab, il vescovo di Bergamo Francesco Beschi e l'amministratore delegato Massimo Cincera - che ha subito colto il valore culturale di questa operazione e ha capito che un grande giornale non fa solo informazione, ma anche il bene della città che rappresenta. Un grazie a Carlo Ripamonti, imprenditore ed editore di razza, che per primo ha creduto nella rinascita di quel marchio e che al termine di un tentativo generoso ha avuto la lungimiranza di affidarlo alle mani più sicure. Un grazie al vescovo di Como, Diego Coletti, per la benevolenza con cui ha accolto il ritorno in edicola di un figlio così nobile della Diocesi. Un grazie sentitissimo ai tanti partner che hanno aderito con entusiasmo alla proposta di un contributo non solo economico, ma anche e soprattutto di idee e sensibilità per salvare una pagina di storia della loro terra. Un gesto da grandi comaschi, da gente che vuole bene a Como. La lista è lunga e doverosa. Grazie al presidente del nostro Consiglio di amministrazione Massimo Caspani e all'ottima Serena Brivio per l'aiuto nell'individuazione e nella comunicazione con i partner, grazie al responsabile del marketing Max De Angeli per il magnifico lavoro di raccordo e organizzazione e grazie al vicedirettore Bruno Profazio per la passione che ha profuso in tutte le fasi della rinascita del giornale. Grazie a tutti quelli che ci hanno creduto da subito e che ci aiuteranno a farlo sempre meglio e a riportarlo al più presto, si spera, anche nelle edicole della Valtellina e della Valchiavenna.
Ma soprattutto, grazie a voi, cari lettori, che, ne siamo certi, seguirete con partecipazione questo ritorno a casa di un pezzo della vostra identità. Vi regaliamo L'Ordine senza alcun sovrapprezzo e, oggi, vi regaliamo anche la riproduzione anastatica del primo numero del lontano 16 agosto 1879. Non ci aspettiamo un grazie - sono tutti atti dovuti, a voi e alla vostra fedeltà -, ci aspettiamo invece segnalazioni, contributi e, naturalmente, critiche puntuali e rigorose. È grazie a lettori come voi che noi siamo noi e gli altri - con tutto il rispetto - sono solo gli altri.
Diego Minonzio
© RIPRODUZIONE RISERVATA