Cosa sappiamo, però, di una realtà atipica come il Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo? Quali sono le sue tesi e proposte? Si tratta d'interrogativi importanti, dato che già ora lo sbarco a Roma dei nuovi eletti sta condizionando in modo significativo la scena politica e tra pochi mesi, se si dovesse tornare alle urne, essi potrebbero diventare i nuovi padroni del Palazzo. Anche se si presenta come un movimento post-ideologico, il partito di Grillo poggia su principi politici ben definiti. In particolare, le cinque stelle del nome indicano proprio i temi cruciali di questo movimento: l'acqua pubblica, le energie rinnovabili, meno automobili e più tram, i rifiuti zero, il wifi gratis.
Tutto qui? No di certo. Nel suo insieme, l'ideologia dell'M5S è riconoscibile a un mix di ecologismo e statalismo. Secondo Grillo non solo deve essere "pubblica" l'acqua, ma pure la sanità e l'istruzione. Sono poi da avversare le grandi infrastrutture e in generale le industrie produttive tradizionali, che devono lasciare lo spazio a piccole imprese verdi o iper-tecnologiche.
Un altro punto importante è il progetto di assicurare a ogni italiano un reddito di cittadinanza: e si parla di mille euro a testa. Di fronte alle esigenze di finanziare tutto ciò, i grillini hanno dato risposte di diverso tipo.
In primo luogo, essi fanno riferimento all'urgenza di trovare risorse grazie a una riduzione dei costi della politica. Questo però non basta di certo. Per reperire risorse ecco allora l'ipotesi di uscire dall'euro e, tornati alla lira, "stampare" quanto serve. Ovviamente tutto ciò genererebbe inflazione e la distruzione di ogni risparmio, ma la cosa non sembra inquietare Grillo e i suoi, che d'altra parte sono disposti a "ristrutturare" il debito pubblico, mandando in fumo i risparmi dei titolari dei buoni di Stato.
Nelle ultime ore, il comico genovese ha anche sostenuto che per garantire mille euro a tutti potrà essere necessario appiattire stipendi pubblici e pensioni. L'abolizione di ogni differenza nelle retribuzioni statali sembra una provocazione, ma in realtà fa parte dell'armamentario propagandistico su cui il comico genovese ha costruito la propria fortuna elettorale. Il grillismo è un curioso mix di demagogia e contestazione del ceto dirigente italiano, ambientalismo e assistenzialismo, sopravalutazione dei poteri pubblici e pressapochismo.
Anche quando sembra immagina meno imposte per le piccole imprese o suggerisce la cancellazione dell'Imu sulla prima casa, Grillo non esce dal cliché di un populismo irresponsabile. In particolare, manca qualsivoglia idea forte per ridurre le spese, il carico fiscale che uccide il Nord (e soprattutto la Lombardia), il debito statale e previdenziale.
Grillo si presenta come un santone, ma quella che Thomas Carlyle chiamò la "scienza triste", l'economia, poco si presta alle ricette degli sciamani o alle facili narrazioni degli incantatori delle folle. Temo che avremo modo di sperimentarlo.
Carlo Lottieri
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