È possibile che, in una ricognizione ad ampio raggio, il Quirinale ricorra ad un mandato esplorativo, proprio per non bruciare gli strettissimi margini di dialogo aperti dal disgelo con Grillo. Il fatto è che i dati economici continuano a peggiorare, dimostrando il fallimento delle politiche di austerità. Il pensiero di Napolitano sembra essere che una mediazione è possibile, magari sul "modello Sicilia" che non dispiace al Movimento 5 Stelle perchè consente di votare solo i provvedimenti condivisi. E con ogni probabilità l'uomo giusto per dare corpo a questo "governo di scopo" non è nemmeno Pierluigi Bersani: come ha detto esplicitamente Dario Fo alludendo a Matteo Renzi, un volto nuovo c'è e un accordo si può tentare "andando oltre Bersani".
Ne deriva che già così Grillo è riuscito a portare la guerriglia in casa democratica. Renzi non vuole esserne lo strumento e perciò fa sapere di non essere disponibile a pugnalare alle spalle il suo segretario. Ma non può nemmeno sottrarsi ad una prova che comporterebbe il pensionamento del vecchio establishment del partito che gli aveva sbarrato la strada proprio per non farsi "rottamare".
Non ci sono alternative. Come dice Gianroberto Casaleggio, con linguaggio più educato del suo socio genovese, il M5S non appoggerà nessun governo del Pd: al massimo voterà i provvedimenti che collimano con il suo programma. Dunque la strada è segnata: si tratta di proporre ai grillini una serie di leggi alle quali sia difficile o impossibile dire di no. Il governatore della Sicilia ha sperimentato questa strada ed è convinto che sia valida anche a livello nazionale. Ma il dubbio è proprio questo: Grillo e Casaleggio possono accettare di autosmentirsi, favorendo l'ascesa del front-runner più insidioso, cioè del sindaco di Firenze?
Intanto a destra la musica è sempre la stessa: nell'eterno scontro con la magistratura, è in rampa di lancio una grande manifestazione di piazza contro i giudici politicizzati. Un evento destinato ad approfondire tutti i solchi quando meno ce ne sarebbe bisogno.
Pierfrancesco Freré
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