Non bisogna dimenticare che c'è un'emergenza economica che non può più tollerare questo impasse istituzionale ed è bene che la politica si renda conto della delicatezza di questo momento storico. Pertanto, piaccia o no, Bersani e Berlusconi sono chiamati a condividere un tragitto comune alla fine del quale dovranno prendere atto che, varata la nuova legge elettorale, sarà utile e opportuno che entrambi si facciano da parte. Alla luce del comportamento ostruzionistico di Grillo, non c'è altro da fare se si vuole consentire al paese di uscire dalle secche in cui risulta pericolosamente incagliato. Occorre ammettere che, fra i due, Bersani è quello che rischia di più. Non solo perchè, astutamente, Berlusconi si è già dichiarato pronto a collaborare ma, soprattutto perchè, inseguendo in modo così "sbracato" i grillini, Bersani continua a dare l'esatta misura del vuoto strategico in cui versa la vecchia nomenclatura del partito che appare più turbata dall'imperiosa avanzata di Renzi che dalle immediate necessità del paese. Al povero Bersani, vaso di coccio in mezzo ai vasi di ferro del suo partito, non rimane che una duplice resa senza condizioni: nell'immediato, con Berlusconi con il quale dovrà, a malincuore, rassegnarsi a negoziare; nel futuro prossimo, con Renzi, al quale dovrà cedere la leadership del partito malgrado il veto risoluto delle vecchie cariatidi ormai prossime all'ineluttabile commiato.
Siamo ad una svolta cruciale della politica italiana perchè, sotto l'incalzare di Grillo e a Renzi, stiamo assistendo al definitivo tramonto di un'intera classe politica alla quale va imputata la responsabilità di avere lasciato il cittadino alla mercè di una crisi economica senza precedenti. L'uscita di scena degli ultimi eredi del vecchio Partito Comunista certifica in modo definitivo non solo la fine della Prima Repubblica ma anche del berlusconismo che ne costituiva uno dei lasciti più importanti. Serve una svolta in grado di restituire fiducia e serenità al cittadino, già stremato dalle conseguenze squassanti di una crisi che la politica non è riuscita neppure a scalfire.
Antonio Dostuni
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