Capitali appartenenti a nuovi ricchi non desiderosi di precisare le fonti del proprio benessere e a banche estere inclini a partecipare al gioco finanziario. Nell'occasione, Cipro ha costruito anche porti per panfili di lusso. Un paradiso fiscale e stili di vita di alta società, con i difetti di tutte le cose senza tradizioni, senza educazione: vistose ma in sostanza scadenti. alla fine con un movimento di capitali sproporzionato rispetto agli abitanti originari, agli usi e ai costumi.
In un contesto come quello descritto nascono nuove banche, nuovi enti finanziari, nuovi gestori di patrimoni, e si insediano molti apprendisti stregoni sulle onde della speculazione finanziaria. La repubblica cipriota non ha di per sé molti debiti (si dice due miliardi di euro), mentre "a leva", cioè con debiti. E' cresciuto il benessere della popolazione residente, si determinata una bolla immobiliare, hanno soprattutto reperito risorse gli intermediari nel campo del credito e della finanza. Le banche cipriote pare abbiano sottoscritto molti titoli greci, aiutate anche da ricche sanche europee che hanno depositato capitali ragguardevoli (per le banche della Germania si parla di 6 miliardi di euro).
La repubblica di Cipro chiede aiuti per pareggiare una carenza di risorse di circa 17 miliardi di euro; un somma prossima al pil locale e che rapportata all'Italia sarebbe dell'ordine di circa 2.000 miliardi! La commissione europea, la Bce e il Fondo Monetario Internazionale, anche per porre un cordone sanitario intorno all'isola, tenuta considerazione dei rilevanti interessi europei e russi e dei nessi con la Grecia, decidono di concedere un prestito di 10 miliardi) subordinato al fatto che i ciprioti provvedano, con sacrifici in proprio per la differenza. per un senso di punizione verso i capitali, anche non locali, che in buona parte hanno profumo di evasione fiscale, si suggerisce un'imposta sui depositi bancari, che graverebbe, indirettamente, anche su banche europee continentali e sui cosiddetti magnati russi. Il parlamento di Cipro per ora respinge la proposta.
Il crollo finanziario di Cipro potrebbe riaprire il caso Grecia e la crisi dei debiti sovrani. è tempo che nell'Eurozona le normative tributarie, e di diritto dei commerci, delle banche e dei titoli di credito divengano uniformi, e che i paradisi fiscali chiudano, non fosse altro perchè sono di fatto inferni dove domina la tentazione per frodi e truffe, come la storia ci ammonisce.
Tancredi Bianchi
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