Tanti comaschi bussano ad ogni ente o associazione che possa loro dare un aiuto, e non sono due o tre, neppure dieci. Sono decine e decine al giorno, a volte centinaia. A dirlo questa volta è la Fondazione Scalabrini, l'ultima in ordine di tempo ad aver tracciato il bilancio della situazione del bisogno a Como. Decine di persone che suonano il campanello e chiedono la casa. Non qualche euro per la spesa, la casa. A marzo alla Scalabrini sono già 30 le famiglie che hanno richiesto un alloggio e l'hanno ottenuto; poche si dirà. Beh, forse non sono poche se si pensa che sono state 50 le persone che hanno chiesto e avuto un'abitazione in tutto il 2012. Il problema è oggettivo. E allora, eccola qua la solidarietà, come è venuta, chi lo sa. Il fatto è che quattro comaschi che hanno appartamenti sfitti, magari già arredati, hanno deciso di concederli in affitto gratis. Sembra una contraddizione in termini, invece è proprio così. Quattro comaschi hanno offerto a persone che non hanno più la casa un loro appartamento in cambio di un canone da 100 euro al mese più le spese, per un anno. Allora non è gratis, invece sì, lo è.
Gli affittuari hanno infatti rinunciato dall'inizio ad intascare la cifre. La lasciano alla Fondazione Scalabrini, in modo che l'ente possa usare questi euro per aiutare altre persone, e per manutenere gli appartamenti concessi che dovranno, logicamente, essere resituiti nelle stesse condizioni in cui sono stati dati. Un circolo virtuoso. Non è la prima volta che si parla di comaschi che partecipano e aiutano gli altri ed è proprio qui il bello. Se ne sta riparlando, segno che la partecipazione non è casuale, ma sta diventando una bella abitudine. Come dice l'assessore Marcello Iantorno, la crisi sarà ancora lunga, motivo in più per abituarsi ad essere partecipativi e solidali, non commiseranti. I 100 euro da far pagare, per chi può versarli, possono infatti anche essere intesi come riconoscimento di dignità. Pago per quanto posso.
È un modo di partecipare anche per chi in questo momento non ha molto da offrire, ma ce la mette tutta. La Fondazione Scalabrini offre infatti aiuto a chi dimostra di voler darsi da fare per stare a galla da solo. Una volta finito il periodo di alloggio in forma agevolata, pagando i 100 euro più le spese, l'inquilino che lascia viene accompagnato verso la sua nuova vita con un microcredito di 500 euro, che quando potrà restituirà.
C'è anche altro, la partecipazione e la solidarietà hanno già sortito l'effetto boomerang, chi è stato solidale si sente meglio e non solo perché ha messo a posto la propria coscienza, come ha detto domenica scorsa il vescovo Coletti strigliando i fedeli; chi ha aiutato si sente meglio perché, ancora come ha invitato a fare Coletti, ha messo in pratica il Vangelo. Per chi è laico il senso - facendo le distinzioni necessarie - rimane lo stesso, è questione di partecipazione e solidarietà umana. È aiuto tra umani e, a pensarci bene, lo si era perso un po' il desiderio di non passare oltre davanti al bisogno. Non è bello sentire dire dalle persone che hanno affittato gratis che non c'è niente di peggio del sapere che qualcuno non ha un tetto mentre le case restano sfitte? Come è venuta la partecipazione? Chi lo sa, ma cosa importa? Importa, certo, ma per un momento si può anche essere soddisfatti della realtà.
Carla Colmegna
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