Le ultime elezioni, nonché la recente manifestazione voluta dal Cavaliere a sostegno della sua folle battaglia contro le procure, hanno confermato questa peculiarità che ha condotto il paese ad una crisi istituzionale non meno grave di quella economica. Il crollo elettorale della destra nelle ultime elezioni rappresenta, forse, il momento più difficile dell'era berlusconiana. Ora la sinistra si trova ad un bivio: dare il colpo di grazia al Cavaliere lasciando che sia stritolato dai processi oppure prendere atto della necessità di dare un governo al Paese vincendo la diffusa tentazione di un definitivo regolamento di conti. La sensazione è che prevalga nella sinistra italiana l'irrefrenabile desiderio di una Soluzione Finale in grado di liberare definitivamente il Paese dalla presenza di un uomo che ha sfruttato la sua straripante potenza mediatica per porre se stesso al centro del sistema permeandolo dei suoi valori.
Ma siamo sicuri che l'uscita di scena del Cavaliere sia sufficiente per decretare la fine del berlusconismo? Berlusconi ha profondamente modificato canoni e cliché della vecchia politica e, grazie ad un uso sapiente e spregiudicato della tv, è destinato a lasciare tracce profonde nella nostra identità collettiva. Oggi perfino la sinistra non è più uguale a se stessa. Da tempo, infatti, il suo elettorato suole invocare una leadership "forte" tanto quanto sia avvezzo fare l'elettorato di destra: in proposito, risulta sintomatico che a Bersani venga imputato il grave limite di "non avere carisma". È
questa la vera, grande vittoria del Cavaliere, quella, cioè, di avere esercitato un'egemonia culturale che ha prodotto i suoi effetti devastanti non solo nell'etica pubblica ma anche nella politica. Ed è questa la grande sconfitta della sinistra di cui non vi è traccia nella cultura del Paese che ormai identifica la solidarietà con le tasse, che vede ormai l'Europa come una minaccia e che vive l'ossessione di ritrovarsi povero.
La politica italiana ha urgente necessità di avere una destra e una sinistra che tornino a confrontarsi ma perché ciò accada è necessario che Berlusconi e Bersani prendano atto che il loro tempo è finito. La destra ha bisogno di affrancarsi dall'ingombrante ipoteca del Cavaliere, di questo Grande Illusionista che ha la colpa di avere persuaso gli italiani di vivere nel paese dei balocchi occultando le miserie e le magagne a cui stiamo assistendo oggi. La sinistra, di contro, ha necessità di ritrovare le proprie ragioni spiegando al cittadino come si possono abbattere le disuguaglianze che la globalizzazione ha aggravato e in che modo la politica può governare i mercati e bonificare il capitalismo dallo strapotere della finanza. Gli italiani vogliono una classe politica che li aiuti ad uscire dalla crisi, null'altro. Ecco perché, parafrasando Cromwell, verrebbe da dire: in nome di Dio, andatevene!
Antonio Dostuni
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