Così, non ci pensiamo mai, ma i racconti della vita di tutti i giorni, il più delle volte restano senza finale, sembrano scomparire nell'ordinarietà dei giorni. Oggi invece vogliamo sottolineare la conclusione felice di una storia, quella di una ragazza, Laura, una barista di trent'anni, dei suoi mesi di coma, seguiti all'incidente agli inizi di febbraio, di cui è rimasta vittima sulla strada provinciale Novedratese.
Ebbene la vita è ritornata a sorridere negli occhi di Laura, che è ritornata a vedere la luce, ascoltando le parole dell'uomo presso il quale lavorava e che le faceva sentire la sua voce nel buio, ma anche ascoltando le musiche dei Nirvana e dei Pink Floyd. Ora Laura ha aperto gli occhi. E anche questa è una notizia, forse più grande e più importante di quella del suo incidente, sulla strada, di notte, perché questo suo risveglio, come ne possono avvenire molti, ogni giorno, in varie parti del mondo, è un segno di speranza.
La luce che Laura ritorna a vedere ci dice che il dolore si può superare, che c'è sempre una possibilità per riprendersi quella vita che ha voluto addormentarsi dentro di noi, ma non ha potuto essere sconfitta. Lei, la vita è ritornata a battere, a farsi sentire nell'esistenza di Laura che scrive la sua gioia in un "post" su Facebook, un messaggio il cui tono, è proprio quello della speranza, della felicità di poter riprendersi il proprio tempo, i propri spazi, il proprio lavoro, per dimenticare il buio di quella notte sulla Novedratese. Allora ci piace sentirla la gioia di Laura, perché è anche la nostra gioia, quella che condividiamo con lei, che ci ricorda la bellezza e l'importanza della vita, una bellezza e un'importanza che diventano ancor più preziose, quando si è temuto di perderle, quando gli occhi si sono chiusi, in un sonno pieno di ombre, di incognite.
Allora ascoltiamole queste parole "giovani" e "fresche" di Laura:
"Raga sono viva e sveglia!!!! e forse tra un mese camminerò di nuovo senza ferri nel bacino né niente in giro!!! grazie per la forza che mi avete mandato... raga io sto bene... i pezzi rotti di me si stanno aggiustando! ancora un mesetto e spero di essere dimessa!!!".
Questa è una storia come tante, ma le sue parole sono uniche e fa bene riascoltarle perché ci raccontano molti sentimenti e tanta solidarietà. Con l'inizio del suo saluto, quando Laura dice, "raga sono viva e sveglia!!!!", firma un inno alla vita, anche attraverso l'intensità dei suoi punti esclamativi.
È come se dicesse ce l'ho fatta, sono di nuovo tra di voi che mi avete voluto bene, che avete aiutato a darmi quella forza che era necessaria al mio risveglio. È anche una storia di grande solidarietà, in tempi così stretti e aridi, racchiusa in quel "grazie" per la forza che gli è stata mandata. Non aggiunge altro, ma queste poche parole, nel loro non detto, raccontano le facce dei suoi amici e delle sue amiche, di tutti coloro che l'hanno sostenuta, che hanno aiutato a far sì che in quel letto d'ospedale s'accendesse nuovamente la luce che sarà in grado di rimetterla in piedi, di farla nuovamente ritornare a camminare.
Non è un caso che la notizia arrivi in questi giorni che ci avvicinano alla Pasqua: il risveglio di Laura ci racconta di come il dolore possa essere sconfitto, di come dal buio possa esserci una nuova nascita, un risveglio per guardare la vita con occhi nuovi, più luminosi e felici.
Fulvio Panzeri
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