Immagino i vostri volti illuminarsi di fronte a questo saluto, che volutamente vi ho rivolto ricordando Papa Francesco, chiamato dallo Spirito Santo, attraverso la scelta espressa dai Cardinali del Conclave, a guidare la Chiesa.
Una Chiesa viva e vivace - nonostante i limiti e peccati per i quali sempre dobbiamo chiedere perdono -, che ha vissuto un cammino quaresimale davvero unico nella sua storia, segnato dalla rinuncia al ministero da parte di Benedetto XVI e dai primi passi vigorosi di un pontefice nuovo: il primo non europeo, il primo di lingua e cultura spagnola, il primo gesuita, il primo a scegliere il nome di Francesco.
A dispetto della sua età non proprio giovanile - per cui la sua elezione al soglio pontificio era considerata, dagli "esperti", possibilità più che remota - energico e coinvolgente, che si sta distinguendo per la tenerezza e la determinazione dei gesti la cui forza risiede principalmente nella limpidezza della testimonianza. Egli ci invita ad assumere atteggiamenti di vita spirituale e materiale che per primo ha fatto suoi.
Il suo stile essenziale e diretto non è bonario "folclore", ma una scelta precisa, matura, ponderata e ben radicata nel Vangelo, nella Croce, in Gesù. In questo, Papa Francesco s'inserisce pienamente e coerentemente nel solco del cammino tracciato dai suoi predecessori, in un percorso di rinnovamento che la Chiesa - non sempre agilmente, ma comunque con impegno e volontà - sta affrontando da tempo, a partire da quell'evento di grazia che è stato il Concilio Vaticano II, di cui quest'anno ricorre il cinquantesimo anniversario, e che siamo ancora lontani dall'aver compreso e applicato in tutte le sua potenzialità.
Questa lunga premessa per ricordare che oggi è davvero uno straordinario "buongiorno"! Perché è la Santa Pasqua! Fare memoria della Risurrezione di Gesù, morto in croce per la nostra salvezza, non è una semplice e bella tradizione, ma dovrebbe risvegliare in noi la consapevolezza che oggi non siamo più quelli di ieri. L'amore gratuito di Cristo, la paterna bontà di Dio, la forza che viene dallo Spirito Santo, incrollabili certezze di ciascun credente, cambiano e liberano la nostra vita. "Tutto passa. L'amore resta". Da qui dobbiamo trarre la speranza che alimenta pensieri e azioni e che, a dispetto di tutto, ci fa dire che "il cristiano non può non essere felice".
Oggi è davvero un buon giorno. E lo dico anche pensando alle tante, alle troppe persone e famiglie, che per i motivi più diversi stanno vivendo momenti di affanno: perché colpite dalla malattia, dalla mancanza di lavoro, dalle difficoltà economiche di una crisi le cui conseguenze sono state riversate su chi non ha alcuna responsabilità delle scelte improvvide che l'hanno causata.
Oggi è davvero un buon giorno: a patto che, sentendoci amati da Gesù in modo così straordinario e gratuito, fino al dono della Sua vita per noi, confermiamo i nostri propositi di vicinanza e di servizio per i piccoli, i poveri, gli ultimi, i fragili. E trasformiamo questi propositi in gesti concreti ed efficaci di aiuto e sostegno.
Mi auguro che l'Alleluja che da questa notte, e nei prossimi giorni, sentiamo cantare a distesa, conforti i cuori. La Pasqua è la festa della Luce che squarcia le tenebre: ciascuno si senta investito del dovere della speranza e del coraggio della preghiera. Sono gli strumenti che, orientando l'agire quotidiano, possono aiutarci a cambiare insieme il mondo e a renderlo migliore di come l'abbiamo trovato.
Buona Pasqua!
Diego Coletti + vescovo di Como
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