Altrimenti, appunto, si commette un errore di prospettiva, copernicano. Come sta succedendo in città. I turisti, per fortuna, sono i migliori amici dei comaschi.
Continuano a giungere a frotte, nonostante tutto. Nonostante Como non abbia più il lago. Perfino il vescovo Coletti ha denunciato la tristezza di quelle palizzate, ormai stagionate, che dividono la città dalla sua risorsa naturale più bella e preziosa.
Ok, l'amministrazione si stando da dare. Ma i tempi sono lunghi. E aspettare diventa sempre più frustrante. Speriamo non per i turisti. Ma Como non ha neppure una stazione degna di questo nome. Brutta, spoglia senza informazioni adeguate. L'unica cosa che a San Giovanni sembra funzionare a pieno regime è la sala delle slot machine. Non proprio il core business per l'accoglienza dei visitatori. Che pure arrivano. Sono giunti anche a Pasqua. Nonostante anche per la stazione sia necessario attendere gli interventi per l'istallazione dei monitor con le informazioni.
I turisti sono arrivati anche a Pasqua e Pasquetta. Nonostante anche il meteo si sia adeguato all'andazzo generale comasco e abbia remato contro. Perché dare caldo e sole a chi non è capace di sfruttarlo? Eppure tra le piogge di sabato, nel clima freddino di domenica, e sotto il cielo uggioso di lunedì era impossibile non notarli questi intrepidi turisti a cui bisognerebbe fare un monumento in piazza Cavour (almeno è un'idea per valorizzare un altro luogo abbandonato a sé stesso). Ce n'erano tanti di visitatori italiani e stranieri. Certo, sono rimasti lontani da battelli e funicolare, vista la situazione climatica.
Ma hanno girato in città. Magari alla ricerca di qualche informazione su come trascorrere le giornate festive. In fondo qualche museo da vedere ci sarebbe e pure aperto. Esiste una pinacoteca sicuramente meno valorizzata di quanto è costata. E poi la mostra a Villa Olmo. Non facilissima ma neppure priva di un suo perché. Ah, saperle queste cose. Sì, perché la città non vuole diventare turistica se non partendo dalla fine, dalla tassa, ha deciso di tenere un profilo basso anche sugli info point. Una delle rare idee azzeccate della devastante amministrazione precedente che però quella attuale sembra non voler sfruttare.
Turisti tassati e disinformati. Che fare? Magari uno si butta sullo shopping. Neanche per sogno. In centro quasi tutte le saracinesche sono rimaste abbassate. Certo era Pasqua e si può anche comprendere. Ma se il refrain dovesse ripetersi anche nei prossimi appuntamenti festivi di primavera, dal 25 aprile al 1° maggio, sarebbe autolesionismo dichiarato.
La scorsa amministrazione ostentava l'intenzione di trasformare la Città Murata in centro commerciale a cielo aperto. Forse era eccessivo. Ma tra il deserto e il paradiso dello shopping compulsivo ci potrebbero essere sane vie di mezzo.
Insomma, occorre che a Como ci si decida. Vogliamo essere città turistica? Allora, a partire dall'Amministrazione comunale si faccia squadra e si mettano in campo tutte le iniziative. Non ci interessa? Lasciamo che il flusso di gitanti, scoraggiato, si esaurisca da solo, ma non pensiamo di contare su entrate certe come quelle garantite dalla tassa di soggiorno.
Francesco Angelini
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