Il vescovo Coletti lo ha rilanciato solo pochi giorni fa, senza troppi giri di parole: «Quando passo davanti al cantiere ho la sensazione un po' deprimente di una città blindata da queste pareti. Mi hanno spiegato che il problema non è semplice da risolvere, ma bisogna chiedere con forza che ciò avvenga». Ha ragione. Abbattiamole le pareti! Non è un volo pindarico, questo, ma una proposta concreta, com'è nello stile dei comaschi. Ci sono problemi burocratici da risolvere, è vero, ed è necessario il via libera di Sacaim. E poi ci vuole uno sponsor o un gruppo di sponsor privati, visto che il Comune non può farsi carico di opere temporanee, per non incorrere nelle ire della Corte dei Conti.
Ma la strada è già tracciata, sul modello di quanto stanno facendo gli Amici di Como per l'ex passeggiata Zambrotta, con un'operazione che ha già raccolto l'adesione - a vario titolo - dello stesso campione azzurro, di albergatori e industriali, della Navigazione e della Famiglia Comasca.
L'orribile staccionata che oscura la vista tra Sant'Agostino e piazza Cavour è un insulto alla bellezza del lago, ma anche alla ragione e al buon senso. Aveva una funzione legata alla sicurezza del cantiere, ma il cantiere è fermo da mesi e - nella migliore delle ipotesi - non ripartirà prima del 2014. E allora via questa palizzata: sostituiamola con una vetrata (infrangibile, possibilmente) o una struttura in plexiglass. O qualunque altra cosa, purché trasparente e che restituisca ai comaschi e ai turisti la bellezza del nostro lago. È un appello che viene da questo giornale, certo, ma non solo. Lo ritroviamo tale e quale nelle parole di tutti i turisti, degli albergatori, del vescovo, dello stesso sindaco.
Lucini, proprio ieri, ha dichiarato che pensava da tempo di sostituire le pareti coprenti con qualcosa di più leggero, che ci restituisca la vista lago. Di più. Due giorni fa ha chiesto a Sacaim la disponibilità di rimuovere la staccionata e un preventivo di spesa. Poi ha fatto un esercizio di realismo, precisando che l'operazione, come nel caso della passeggiata Zambrotta, richiederà inevitabilmente l'aiuto di sponsor privati. Quanto costerà togliere duecento metri di palizzata e sostituirli con una struttura trasparente? Questa è una domanda da girare a un tecnico, ma probabilmente non più di qualche decina di migliaia di euro.
C'è qualcuno che può permettersi un grande gesto d'amore per questa città? C'è qualcun altro che ha voglia di ricalcare le orme di Zambrotta?
C'è qualcuno disposto a fare squadra e a unire gli sforzi per rimuovere questa ingiustificabile offesa al buonsenso, così da restituire - almeno per la bella stagione - il lago ai comaschi e ai turisti?
Alle porte c'è la sesta estate per il cantiere delle paratie. I comaschi sono realisti e sanno benissimo che il calvario non è ancora finito, che la nuova passeggiata Zambrotta e l'abbattimento della palizzata saranno inevitabilmente temporanei. Ma una boccata di aria buona fa sempre bene. Ed è ancor meglio riempirsi gli occhi delle bellezze che Como continua a offrire a dispetto delle ripetute ferite degli ultimi anni. Questo inizio di primavera stentato ha regalato ieri i primi accenni di sole, ma l'estate è già dietro l'angolo. È tempo di correre. Regaliamoci almeno la vista lago.
Emilio Frigerio
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