Matteo Renzi ha deciso seriamente di tornare all'attacco e i destinatari della sua iniziativa hanno immediatamente accusato il colpo. Con uno scarto clamoroso rispetto alla linea ufficiale del partito, il sindaco di Firenze ha proposto:"O facciamo un governo insieme a Berlusconi oppure meglio andare subito a votare" accusando il suo competitore delle primarie Bersani di "perdere tempo".
E' vero che, così dicendo, Renzi si è fatto un po' trascinare dalla foga e non sui è accorto che l'accusa di "perdere tempo" poteva colpire anche Napolitano: avvertito, ha ingranato una immediata marcia indietro ma non ha fatto in tempo ad evitare il fulmine scagliato dal Colle più alto: "Qui nessuno sta perdendo tempo".
Alla ripresa delle ostilità i bersaniani hanno risposto con durezza, con fastidio, quasi con disprezzo. I più stretti collaboratori di Bersani hanno subito accusato Renzi di sabotare il tentativo del segretario-candidato-quasi incaricato. Poi è stata lanciata la "fatwa" più sanguinosa:"Renzi dice le stesse cose di Berlusconi, è sulla linea del PdL, vuole un governo con loro, con le forze che si oppongono al cambiamento".
Renzi "è" estraneo rispetto al Pd di Bersani e dei diessini che si sentono gli eredi del Pci in un partito più debole e meno certo delle sue verità, ma pur sempre carico di un bel sistema di potere che spazia dalle cooperative alla CGIL al Monte dei Paschi di Siena. Renzi non c'entra nulla con tutto ciò: è un ex democristiano, viene da quella Margherita dimenticata da tutti, anche da coloro che la guidavano. come Franceschini, Letta, Fioroni, Rosy Bindi. E perciostesso è considerato uno straniero dai vari mandarini rossi come Migliavacca, e una specie di traditore dai difensori dell'ortodossia di sinistra, i cosiddetti "giovani turchi" Orfini e Fassina.
Diciamoci la verità, anche antropologicamente si tratta di persone diverse, e loro sono i primi a saperlo (e a dirlo in privato). Come potranno continuare a stare insieme? C'è infatti chi comincia a pronunciare piano piano la parola scissione. Attenzione, perché è un campanellino d'allarme molto sonoro. Leggete cosa ha scritto la vicentina Moretti, giovane vestale del tempio bersaniano:"Se si va ad elezioni in tempi brevi, Bersani resterà in campo". Capito, Matteo? Il bis delle primarie non te lo faranno fare. Ma Renzi questo sbarramento non potrà accettarlo, pena il proprio suicidio politico. Dunque dovrà reagire, chiedendo in tutti i modi una nuova competizione.
Ma se, nonostante le proteste, le primarie non dovessero essere indette dal segretario, Renzi che farà? Non potrà che andarsene altrove, mettendo su casa per proprio conto. Sarebbe la fine del partito democratico, e la rinascita di ciò che c'era: i diesse ex comunisti e i moderati ex democristiani o comunque centristi. Su quella strada Renzi potrebbe incontrare tanta gente delusa dalla modesta performance del partito di Monti e desiderosa di costruire un centro capace di contare davvero.
Andrea Ferrari
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