E, naturalmente, si tratta di personaggi sempre a caccia della pagliuzza nella pupilla altrui, incuranti di quella trave piantata nella propria che forse ostacola la possibilità di vedere le cose in una luce reale.
La voglia di mantenere il privilegio è tale che addirittura si può arrivare a pagare una contravvenzione.
È il caso, tra gli altri, dell'ex assessore i palazzo Cernezzi, Enrico Cenetiempo, ora consigliere di opposizione, l'ultimo che ha offerto l'altra sera all'obiettivo del fotografo la sua vettura parcheggiata nello spazio di viale Lecco, limitrofo al Comune e riservato ai motoveicoli.
Il fatto che il nuovo autosilo del Valduce, con la quota di posteggi riservata e gratuita per i consiglieri comunali durante le sedute, disti una manciata di metri dal luogo teatro del parcheggio vietato, lascia poco spazio ai dubbi. Il consigliere ha voluto ostentare il privilegio di lasciare l'auto in una zona inibita ai Comuni mortali in viaggio su mezzi a motore dotati di più di due ruote.
Per fortuna, gli agenti della polizia municipale, hanno deciso che se Cenetiempo voleva mantenere il suo privilegio, quantomeno se lo sarebbe dovuto pagare con una multa. Ma la vicenda resta emblematica di come, la crescente intolleranza, giusta o sbagliata che sia, contro ogni tipo di Casta, non abbia scalfito quell'italico e incurabile morbo del "lei non chi sono io" che contagia ogni beneficiario del benché minino strapuntino o carica, dalla presidenza della bocciofila in su.
Il lato grottesco della faccenda è che il Cenetiempo che si fa beccare con l'auto al posto delle moto (che peraltro sono giustamente sanzionate senza pietà se parcheggiate fuori dagli spazi), è lo stesso che sul social network Facebook, commentando la notizia di un cronista abruzzese che subisce una perquisizione dopo essersi occupato di un multa non pagata dal questore di Pescara, invita i giornalisti a non intimidire.
Ebbene, si ritenga intimidito, consigliere Cenetiempo. E magari, assieme gli altri nostalgici di quei furbetti del parcheggino che hanno imperversato a lungo a palazzo Cernezzi, se ne faccia una ragione. Qualche volta, andare in Consiglio comunale, pensando quale privilegio possa essere la possibilità di operare con spirito di servizio, può anche essere piacevole. Così come realizzare che ogni carica pubblica dovrebbe indurre a sforzarsi di rappresentare un buon esempio.
Un ragionamento che vale anche per un altro politico, il senatore Alessio Butti, che secondo un'indagine della Procura, avrebbe continuato a spacciarsi per un esponente della vituperata (dai politici) categoria dei giornalisti per non rinunciare al pass che consente la circolazione con l'auto nelle vie della Città Murata.
Anche in questo caso, è difficile pensare di non trovarsi di fronte alla ferma volontà di mantenere un bonus non proprio esiziale per la sopravvivenza. Tant'è che lo stesso ex parlamentare dichiara di averlo utilizzato una sola volta. Ma a volte forse conta più l'ostentazione del privilegio (ancora il caso di Cenetiempo e dell'autosilo del Valduce a due passi) che non la sua effettiva utilità pratica. Si dirà: sono debolezze umane. Ma di questi tempi con la gente che si può permettere sempre meno a causa di una crisi da cui i politici sono tra le poche categorie immuni, si comprende come i cittadini facciano fatica a tollerare anche questi piccoli peccatucci veniali. In Italia. Perché all'estero per molto meno, si prende la propria auto ma per andare a casa.
Francesco Angelini
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