No, caro Mirko, non sono d'accordo. Ci conosciamo di vista, siamo cresciuti nello stesso paese, hai l'età di mio fratello, 26 anni. Per questo mi permetto di non usare tanti giri di parole. Le tue dichiarazioni, riportate ieri su questo giornale, proprio non mi convincono. Hai annunciato di voler abbandonare la politica, dopo cinque anni da consigliere comunale di maggioranza a Cernobbio. Ti definisci «deluso e scoraggiato dalla burocrazia municipale», stanco di vedere le tue proposte «affossate da assessori e funzionari». Poi rincari la dose, consigliando ai tuoi coetanei di stare lontani dalla politica, «minata dalla burocrazia e da un'esasperante lentezza nell'assunzione delle decisioni». Meglio dedicare tutte le energie all'attività lavorativa, affermi.
Intendiamoci, posso capire lo sfogo. E non sarò certo io a dire che la burocrazia non è un ostacolo odioso o che nella pubblica amministrazione sia semplice e veloce passare dalle buone intenzioni ai fatti. Non fatico a credere che l'impatto con certi meccanismi ti abbia colpito negativamente, visto che se ne lamentano persino amministratori ben più navigati di te. Ho passato anch'io, non sui banchi dei consiglieri ma su quelli dei giornalisti, intere serate in consiglio comunale a seguire dibattiti sterili, rallentati da cavilli o questioni procedurali. Ho visto anch'io progetti importanti per la collettività affossati o ridimensionati a causa delle stupide liti tra fazioni politiche o di qualche funzionario che si sente il depositario della verità.
Detto tutto questo, però, caro Mirko, credi davvero che la soluzione migliore sia arrendersi? Hai fatto bene a sfogarti, ma adesso accetta un piccolo consiglio: rifletti bene sulla tua scelta, a mente fredda. Non aver paura di tornare sui tuoi passi. Tanti cittadini ti hanno dato fiducia (122 preferenze personali a Cernobbio ti sono valse il terzo posto, meglio di notabili e vecchie volpi della politica) e questi cinque anni possono essere considerati un periodo di rodaggio. Ora conosci meglio la complessa macchina amministrativa, sei certamente più "smaliziato" e sarà quindi un po' più facile raggiungere gli obiettivi che ti eri prefisso. E poi potresti contribuire a cambiare, almeno in parte, proprio quei meccanismi che giustamente critichi. Insomma, alzare bandiera bianca non mi sembra una soluzione. Se, dopo aver riflettuto, confermerai la tua scelta, ovviamente la rispetterò. Ma almeno, per favore, ricrediti su una parte delle tue dichiarazioni: non tarpare le ali a chi vorrà provare a lanciarsi nell'avventura dell'amministrazione pubblica. Non consigliare ai tuoi coetanei, insomma, di lasciar perdere. Perché potersi occupare della propria città o del proprio paese (in forme diverse, compreso il consigliere comunale) è comunque qualcosa di straordinario. Gli esempi di giovani in gamba che hanno raggiunto obiettivi importanti per la comunità non mancano, caro Mirko. Non trovi? La tua presa di posizione ieri ha fatto discutere e in redazione sono arrivate diverse lettere da parte di trentenni che raccontano quanto di buono si possa fare anche all'interno di un piccolo Comune. E, te lo assicuro, non voglio arrivare ai discorsi da bar sui «giovani che devono cambiare il mondo». Molto più semplicemente, si tratta di amare il luogo in cui siamo nati, cercando di renderlo migliore. A maggior ragione se abbiamo avuto la fortuna di nascere in posti incantevoli come quelli sul nostro lago. Gioielli da valorizzare. Buon lavoro, Mirko.
Michele Sada
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