I due tribunali hanno una triste caratteristica comune: dei sessantacinque comaschi solo quattro hanno meno di quarant'anni; dei cinquanta varesini solo tre.
Due intere generazioni non esistono. È una situazione comune a tutta l'amministrazione della giustizia, in cui da oltre quindici anni non ci sono normali assunzioni.
Le persone che lavorano i questi due tribunali fanno miracoli, garantendo i servizi per centinaia di migliaia di cittadini con organici inferiori di oltre un quarto al minimo previsto.
Un'analisi economica in corso di svolgimento presso il tribunale di Varese (la situazione di Como si può ritenere analoga) mostra che i ricavi - per contributi, sanzioni, confische - valgono dai cinque ai sei milioni di euro l'anno.
Ma una gran parte va dispersa perché non ci sono "persone" che possano incrementare queste attività.
E sarebbe utile che fossero persone giovani, portatrici di nuova intelligenza, di innovazione, di voglia di fare.
Detto banalmente: cinquecentomila euro di costo del lavoro produrrebbero due milioni di euro di incassi e risparmi.
Nei tribunali hanno lavorato negli ultimi anni, i "socialmente utili", dipendenti di aziende in crisi che hanno portato un contributo importantissimo. Nella scorsa legislatura governo e parlamento avevano collaborato a iniziative ben studiate e approfondite per garantire un futuro a questi lavoratori e all'amministrazione della giustizia. Chissà quando se ne potrà riparlare.
Nella conferenza stampa di presentazione del provvedimento sul pagamento dei debiti alle imprese il ministro Grilli ha illustrato le fasi che porteranno alla corresponsione delle somme: per la ricognizione dei debiti, la liquidazione, lo sviluppo di un sistema virtuoso, facile per i cittadini e le imprese, serviranno "persone" che agiscano, in ogni pubblica amministrazione.
Possibilmente persone giovani, portatrici di nuova intelligenza, di innovazione, di voglia di fare.
Come in tutto il mondo, dagli Stati Uniti, ai paesi dell'Unione Europea, che hanno, in proporzione, più dipendenti pubblici dell'Italia e che si sviluppano molto più dell'Italia.
Altrimenti, dopo i miliardi di euro di fondi europei perduti perché gli enti pubblici non hanno funzionari per seguire i progetti, avremo miliardi sottratti alle imprese, al lavoro, allo sviluppo.
Forse, se è rimasto un residuo di intelligenza collettiva non triturata dagli slogan contro il bene pubblico, dalla rabbia sterile e dalla confusione mentale, tutti - e per primi gli imprenditori e i commercianti - dovrebbero chiedere a gran voce che le pubbliche amministrazioni facciano il pieno di giovani intelligenze.
Gisueppe Battarino
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