Un corollario che purtroppo non viene rispettato al S.Anna di Como dove - con l'aggiunta della crisi dilagante - il caro-parcheggio (considerato che si parla di una struttura al servizio di un luogo di cura e non di vacanza) solleva proteste vivaci tra gli utenti fin dal momento dell'apertura della struttura, due anni e mezzo fa. Al danno però in questi giorni si è aggiunta anche la beffa: il Comune di San Fermo infatti ha dichiarato di avere un avanzo di ben 700 mila euro e grazie a ciò di pensare ad abbassare l'Imu. Tutto bene, chapeau, se non fosse per un piccolo particolare: quell'attivo deriva proprio dai proventi del parcheggio del S. Anna che, essendo costruito su terreno concesso dal Comune, beneficia degli introiti - la bellezza di 900 mila euro all'anno - in virtù di una convenzione stipulata nel 2003 tra gli enti locali, i vertici della struttura sanitaria, la Provincia e la Regione. Come dire, in altri termini, che sono i comaschi di mezza provincia a fare ricco San Fermo e magari a far abbassare l'Imu ai suoi abitanti. I quali, peraltro, in forza della stessa convenzione, possono posteggiare gratis nel "loro" parcheggio. E non basta: possono addirittura iscrivere i propri figli agli asili di Como senza alcun onere per San Fermo.
Che ci sia qualcosa e anche di più che non va in questa vicenda, è fin troppo chiaro (e doveva esserlo a tutti i livelli istituzionali in questi dieci anni), pur comprendendo le ragioni di San Fermo il quale ora gode i frutti di quella concessione del terreno per l'autosilo e provvede alla manutenzione dello stesso. Il comune alle porte del capoluogo si presenta oggi nelle migliori condizioni, la sua viabilità è stata rifatta e abbellita e la condizione delle strade non è neppure paragonabile a quella di Como che quest'anno si potrà permettere solo un paio di asfaltature e nulla più. Una situazione, del resto, uguale a quella di tutti i paesi circostanti.
Logico che San Fermo difenda la convenzione e giustifichi lo stato di fatto, ma nessuno può negare che si tratti di un privilegio che non può protrarsi all'infinito. Finora i timidi tentativi di rivedere la convenzione si sono arenati e perfino l'avvocatura della Regione si è messa di traverso.
Ma le disparità fin troppo evidenti e la palese ingiustizia di un'intera provincia che paga una tassa a un Comune solo perché questo ha concesso un pezzo di terreno per un'opera che tutela la salute di una comunità intera, oramai non possono più essere ignorate a tutti i livelli.
E anche gli stessi amministratori locali non possono non cogliere la contraddizione di un parcheggio multipiano che, se proprio non può essere gratuito (perché no una tariffa che copra la manutenzione e basta?), finisce per finanziare strade e strutture di un angolo della provincia, piuttosto che riversarsi su apparecchiature e servizi sanitari a vantaggio di tutti e non solo di poche migliaia di persone.
Protestano i cittadini che devono pagare, e salato, in tempi di crisi anche solo per ritirare un referto (molti sostano in divieto rischiando una multa ancora più salata, comminata guarda caso, sempre dalla polizia municipale di San Fermo), s'indigna il sindaco di Como, si augura comprensione e senso di giustizia il direttore amministrativo del S. Anna. Ma c'è la "carta" che osta, un accordo fin troppo generoso e per molti aspetti ancora oggi poco comprensibile, un classico inghippo burocratico italiano intoccabile. Anche di fronte all'evidenza di un privilegio che finisce per penalizzare due volte (con il pedaggio e con i mancati benefici) il cittadino che al S. Anna non va certo in gita di piacere. Questo non è accettabile.
Basta un sereno ed equo esame di coscienza dei protagonisti della vicenda per rendersene conto e un po' di buona volontà per gettare via quella convenzione assurda e stilarne un'altra. Dove magari una volta tanto si pensi ai cittadini, di San Fermo e del resto della provincia, senza dimenticarsi di questo ulteriore balzello che devono pagare, per di più nel momento della sofferenza.
Umberto Montin
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