Oggi il filo di Arianna è un semplice segnale che, rimbalzando di cella in cella, ti collega con ogni angolo del mondo. Puoi parlare e scaricare dati, il nuovo "filo di Arianna" oggi si chiama Rete, ovvero Internet.
Il nostro oggi è dominato dalla Rete, gli affari prima ancora che gli affetti, non ne possono prescindere. Quindi diventa essenziale avere sempre, ovunque, la possibilità di tenere il capo del nuovo "filo" senza essere allacciati fisicamente a una rete fissa.. Per questo è importante quanto si appresta a fare il Comune di Erba che sta completando l'installazione dei ripetitori che consentiranno la navigazione wireless (appunto, senza fili) nei parchi come bei bar, nei luoghi e uffici pubblici della città. Senza fili, appunto, guidati solo dal segnale che viaggia sempre più veloce.
Esemplare l'iniziativa che però rischia ancora di essere una mosca bianca. Pochi, troppo pochi sono in Italia gli enti e le istituzioni pubbliche che si attivano per allargare al massimo questa possibilità, per dare a tutti i cittadini - gratuitamente - quel nuovo "filo d'Arianna" che consente di lavorare, di esercitare nuove professioni, in modo più veloce ed efficace, di risolvere i mille quesiti del quotidiano.
Già in passato molto si è parlato (e poco si è ottenuto) per colmare quel "digital divide" che separa ancora buona parte degli italiani dalla piena e completa fruizione delle migliori tecnologie informatiche. L'Italia purtroppo, anche in questo campo, è in retroguardia. Per non andare lontano, basti ricordare quanti nelle nostre province non hanno ancora accesso all'Adsl, ovvero la connessione fissa, quella che viaggia sul vecchio filo del telefono. Le compagnie puntano sui centro maggiori e più popolosi, ma larghe fette della popolazione sono ancora escluse.
Un ritardo, quello italiano, che si paga e caro: in termini di lavoro, di nuova occupazione, di possibilità di fare affari, ma anche di far risparmiare tempo e denaro all'imprenditore come al normale cittadino. Per questo l'esempio di Erba dovrebbe diventare la regola e il primo punto nelle scelte degli amministratori locali.
Il nostro Paese è solo quattordicesimo nel mondo come numero di hotspot, i nodi dove è possibile connettersi alla rete wireless: fino a due anni fa ne avevamo 5.104, 2 mila in meno della Turchia e superati anche dalla sola Hong Kong. E molto lontani dalla Gran Bretagna che può contare su ben 113 mila punti di accesso. A rendere ancora più palese il divario dagli altri Stati è la percentuale degli hotspot pubblici: qui da noi sono solo il 3% contro il 78% britannico.
Tanta è dunque la strada da percorrere, ma è obbligata. Erba l'ha capito e il fatto che i commercianti pensino a connessioni wireless anche negli esercizi è un segnale che non va trascurato. Semplicemente è la richiesta del mondo produttivo alle istituzioni, parte di quel capitolo che sollecita interventi, innovazioni, rimozione di ostacoli vetusti per portarsi al passo dei Paesi più avanzati.
Anche un ripetitore wireless può servire per ritrovare il filo, quello della modernità stavolta.
Umberto Montin
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