Quello che le telecamere inquadrano è il lingotto lariano. Natura e cultura sono il forziere socchiuso della città, sono il frutto di secoli di stratificazione storico-artistico-economica. Natura e cultura sono un baule pronto da aprire, stracolmo di monete d'oro che vanno spese prima che qualcuno arrivi da fuori e si freghi tutto il bottino. È lì che bisogna pescare, subito, subito, senza perdere tempo. Non è che non si sappia che il turismo può essere la soluzione a tanti mali nostrani, solo che lo si dice da decenni e poi questa opportunità la si coglie solo in parte, per finire a dire: «vedi gli stranieri, o quelli di quell'altra città, loro sì che sanno sfruttare le loro bellezze». In tempi di vacche grasse si può anche continuare così, ma adesso forse varrebbe la pena di spingere di più sull'acceleratore, anche se Como non è in forma splendida. La città ha la fortuna di essere una top model di bellezza così superiore alla media, che basta un po' di cipria ed è pronta per la passerella. Altrimenti, perché la Rai verrebbe a filmarla per inserirla nel suo programma sulle perle italiane, insieme al Gargano o a Lampedusa, o per metterla nelle fiction (e ce ne sono state più di una negli anni)? E perché Sky userebbe Villa Olmo come set per "Italia's Next Top Model 2", perché notissime aziende di mobili sceglierebbero lo showroom, anche quello all'ingresso della città, per le foto pilota su quotidiani e riviste d'arredo o gli scorci del lago per vendere i divani? Perché il fascino è fascino e beato chi ce l'ha.
Del resto, l'appeal di Como è tale che in pochi giorni le telecamere se ne sono infischiate delle palizzate in riva, dei marciapiedi sconnessi del lungolago, dei sanpietrini che si sollevano dalla passeggiata che porta a Villa Olmo, della Ztl e della tassa di soggiorno. Hanno filmato senza porsi tanti problemi. E menomale. Certo, poi i cameramen con l'accento romano andandosene possono anche aver commentato che Como è malandata, ma intanto della città si sono presi il meglio, la naturale bellezza. Quella serviva, quella si sono portati a casa. Fanno lo stesso gli attori lariani che diventano famosi fuori città, ma che prima o poi tornano per farsi filmare in riva al lago. Sarà perché quando uno va, poi torna per odiare ancora di più le bruttezze di casa e amarne ancora di più le sue bellezze, ma di fatto si torna e si vuole l'inquadratura vista lago.
Como è finita sui set così tante volte da rischiare di dimenticarsene qualcuna. La città è stata ripresa in moltissime occasioni, si sono fatti riprendere in riva al lago anche I soliti idioti nei loro scketch irriverenti, con l'attore comasco Francesco Mandelli in primo piano. Ieri è toccato alla camminata del fascinoso Alessandro Gassman, settimana scorsa a quella di Stefania Rocca, entrambi ripresi per la fiction Rai "Una grande famiglia"; per non parlare di Virzì che ha criticato Como, ma intanto ha ripreso il Politeama per il suo film. Ricordare tutte le occasioni in cui altri hanno sfruttato il "tesoro Como" non serve neanche a molto. Serve che lo facciano i comaschi, perché la città e il lago possono essere la nuova seta e la nuova industria. Va beh, nuova... Città e lago sono lì, sfruttati e da sfruttare da così tanto tempo, che dire "nuova" fa un po' ridere. Lo sanno bene gli operatori turistici. Nuova però può essere la prospettiva di farli gemmare.
Carla Colmegna
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