E' come se il domani fosse prigioniero delle circostanze. La paura, l'incertezza, sono i sentimenti predominanti. La crisi non fa che peggiorarli; la rinuncia obbligata a degli stili di vita che sembravano immutabili getta ombre sul futuro. E davanti a tutto questo ci si sente soli ed ultimamente disperati. L'uomo diventa fragile. Sabato e domenica piazza San Pietro a Roma, era stracolma di giovani per l'incontro con il Papa. Dentro di loro probabilmente c'erano gli stessi sentimenti di tanti loro compagni ed amici. La stessa paura, la stessa fatica. Ma le parole di Francesco hanno aperto uno squarcio nei loro cuori, hanno disegnato un orizzonte nuovo. «Sapete qual è il nemico più grande che ha la fragilità? E' la paura. Ma non abbiate paura! Siamo fragili e lo sappiamo. Ma Lui è più forte! Se tu vai con Lui, non c'è problema. Un bambino è fragilissimo ma quando è con il papà, con la mamma, è al sicuro. Con il Signore siamo sicuri». Papa Francesco non ha nascosto la fatica, la fragilità. Semplicemente ha dato ai giovani una prospettiva diversa. E ha dato agli adulti, ai cristiani, alla Chiesa, una responsabilità nuova. Perché quella che stiamo vivendo, prima ancora di una crisi economica, è una crisi culturale, è una crisi dell'uomo. «Ciò che può essere distrutto-ha detto Francesco- è l'uomo. Ma l'uomo è immagine di Dio. Per questo è una crisi profonda. In questo momento di crisi non possiamo preoccuparci soltanto di noi stessi, chiuderci nella solitudine, nello scoraggiamento, nel senso di impotenza di fronte ai problemi. La Chiesa deve uscire da se stessa. Dove? Verso le periferie esistenziali, qualsiasi esse siano, ma uscire». Questa è la responsabilità dei cristiani, di chi è padre e madre. Non lasciare che siano le circostanze ad uccidere la speranza nostra e dei nostri figli. Ma fare in modo che quelle circostanze, le difficoltà, diventino l'occasione per scoprire ciò che davvero rende l'uomo felice, che non ci fa mai perdere la speranza. La vita è una strada che va attraversata. Nessuno ci risparmia la fatica. Ma è possibile attraversare questa strada senza che la speranza e la gioia vengano uccise. E' possibile guardare al proprio futuro e al futuro dei propri figli, senza che vincano la paura e l'incertezza. «Il mondo di oggi- ha detto il Papa- ha tanto bisogno di testimoni. Non tanto di maestri, ma di testimoni. Non parlare tanto, ma parlare con tutta la vita. L'uomo da solo non ce la fa. Senza Gesù non andiamo avanti». Ciò di cui hanno bisogno i nostri figli, perché non vinca la paura del domani, è di incontrare questi testimoni. Questa è l'unica responsabilità a cui sono chiamati i cristiani.
Massimo Romano'
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