A Bmw serviva per reclamizzare il brand. Che razza di vantaggio aveva a patrocinare un evento segreto? E Cernobbio, aveva invece aveva in testa l'idea che, chissà, qualcosa magari si sarebbe mosso a livello turistico. Il risultato è lì, sotto gli occhi di tutti. Ieri sono arrivate oltre 5000 persone. Hanno pagato 14 euro per entrare, e ognuno è libero di pensare che siano pochi o tanti. La sensazione dell'evento era palpabile, quasi più all'esterno che all'interno. Targhe straniere in quantità, possessori di auto d'epoca, fosse anche una scalcinata Fiat 500, felici di far fare un giro al gioiellino di casa, di scendere dall'auto, di incontrare altri appasionati, di andare a bere un caffè parlando di Ferrari o Maserati. Il parcheggio all'esterno era divertente quasi come quello all'interno, tanti erano i modelli bizzarri sfoderati nella giornata retrò.
Nessuno si sorprenda se, in periodo di crisi, con la depressione dentro casa, ci siano ancora 5000 persone con l'energia di sognare o solamente osservare il lusso. I motori hanno scosso l'anima di intere nazioni: nel design, nelle competizioni, nell'industria, nella guerra, nella moda. Il binomio attrae e così sarà per sempre, crisi o non crisi. Noi invece ci soffermiamo sull'evento. Perché Como non è abituata ad avere e a gestire eventi di tale portata. Al massimo della qualità. Eventi che possano essere di traino all'economia locale, sui quali bisogna puntare, bisogna credere.
Ci sono appuntamenti del genere che hanno reso famosi luoghi sconosciuti. Tipo il Festival della Velocità di Goodwood. Qui tutto si incastra alla perfezione: Como è un luogo perfetto all'estero, per una gita di tre giorni in un'occasione del genere. Come quella coppia del Nord Europa che si è alzata alle 4 del mattino per essere qui. Como, il lago, il lusso. Crisi o non crisi, non sparate sulla crocerossa delle banalità. Non è più solo un giochino da ricchi. Ma un evento che può dare qualcosa alla città. Basta investirci, creare eventi collaterali, movimento, idee. Vediamo chi saprà cogliere l'attimo.
Nicola Nenci
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