Ben 200mila visitatori in più alla Città dei Balocchi. Nel giro di un anno si è passati da 600mila a 800mila presenze. Solo 30mila persone alla festa di Capodanno e 20mila per la Befana in piazza Duomo. In grande parte si tratta di comaschi e di residenti nelle province limitrofe. Ma una fetta consistente - e a sentire gli stessi albergatori in crescita – è fatta di stranieri, svizzeri ma non solo. Ora, si tratta di turisti venuti qui per caso?
Con questi numeri bisogna cominciare a fare i conti. Perché al di là di ogni giudizio di valore, si tratta di una realtà importante e significativa. Si tratta di un patrimonio di Como che può diventare, molto più di quanto lo sia già, un fattore di crescita economica e anche culturale.
Di quella cultura, s’intende, che non si ritrae nella sua torre d’avorio, dove un ristretto cenacolo di sodali si ritrova per salvare il mondo. Parliamo di quella sana cultura nazional-popolare che in questo caso però intende valorizzare e riconoscere pienamente le risorse legate all’infanzia.
Flussi tanto importanti di pubblico possono aiutare non poco l’economia locale del turismo e dello shopping. In pochi ancora lo hanno compreso. Non a caso l’idea di una Christmas Card per associare la manifestazione ai negozi del centro, non ha ancora trovato modo di concretizzarsi.
Si tratta di valorizzare le ricadute positive per l’intero territorio lariano di una manifestazione che per il 95% è il frutto del sostegno di sponsor privati. E che quindi non soltanto non va a pesare sulle sorti delle esauste casse pubbliche, ma che dimostra una volta di più che la liberazione di energie private e la realtà di un solido mondo imprenditoriale sono un grande volano per lo sviluppo economico e sociale.
Il turismo a Como, quello di soggiorno che supera il weekend, forse non potrà mai assumere caratteristiche di massa. Non se ne possono però sminuire le notevoli chance, perché comunque il Lario ha anche una struttura turistica e alberghiera da non sottovalutare.
Se la Città dei Balocchi è un’iniziativa di richiamo con eventi che hanno i caratteri del grande pubblico, è fondamentale pensare a un’organizzazione del turismo che valorizzi anche questi aspetti. E perché non predisporre pacchetti promozionali che valorizzino anche gli elementi legati al gioco e al divertimento così come in Alto Adige si fa da anni con i mercatini? L’importante è crederci. E ci devono credere soprattutto anche i politici e gli amministratori pubblici. Come è possibile ufficializzare la manifestazione nei primi giorni di novembre visto che a eventi di questo genere serve innanzi tutto programmazione?
La Città dei Balocchi va valorizzata e va considerata pienamente come espressione della creatività lariana. Molto spesso idee che potevano essere sviluppate appieno non hanno trovato fortuna perché non si è trovato chi le sostenesse. È vero, fa pur parte del genio nazionale non essere compresi, soprattutto in patria. Ma i circoli virtuosi sono quelli che provocano effetti su larga scala, non certamente quelli delle segrete stanze e delle conventicole.
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