Un regalone da cinque milioni bisogna goderselo. Grazie Fondazione Cariplo, grazie presidente Guzzetti e grazie anche all’amministrazione comunale di Como che, se ciò che promettono i primi rendering si realizzerà, trasformerà Villa Olmo e il suo parco in quel gioiello che merita di essere per la sua storia, il suo valore architettonico, la sua collocazione sulla riva del lago più bello del mondo.
Dopo decenni per non dire di più ed evitare di addentrarsi troppo nei meandri della storia, si può affermare finalmente che Villa Olmo potrà essere utilizzata nel pieno delle sue potenzialità che, per le ragioni già citate, sono strepitose. Finora lo è stata circa al 50%.
Adesso però non bisogna farsi scappare l’occasione e cominciare a considerare - a palazzo Cernezzi lo stanno facendo - che questo gioiello non va solo sfoggiato ma anche e soprattutto vissuto e fruito, dai comaschi e non solo.
Quello che verrà fuori tra poco più di un anno (pratica scongiuri espletata) e in seguito con gli altri interventi deve diventare uno dei principali volani per il futuro di questa città che si sta trasformando non senza qualche affanno e con non poche difficoltà.
Le idee vanno bene ma, si sa, camminano sempre sulle gambe delle persone. E a Como ne abbiamo un esempio tangibile. Chi ricorda il teatro Sociale prima dell’avvento di Barbara Minghetti? Oggi è una delle realtà più dinamiche, se non la più dinamica della città. È utilizzato e valorizzato praticamente tutti i giorni e in tanti modi tutti coinvolgenti.
La nuova Villa Olmo e il suo parco dovrebbero seguire questa strada. Diventa perciò fondamentale la modalità di gestione. Quella di una fondazione, sulla scorta di quanto avviene per altri patrimoni artistici italiani può essere una possibilità. Ma poi occorre metterci le teste giuste, persone in grado di creare eventi, tessere e gestire rapporti giusti. Perché i cinque milioni elargiti dalla Fondazione Cariplo possono e devono rappresentare anche un investimento redditizio.
È recente il caso dell’affitto della Villa a un grande marchio di gioielleria per un evento che aveva suscitato anche qualche polemica per la blindatura del complesso durante un’intera giornata. Però, con i proventi, l’amministrazione comunale ha realizzato alcuni interventi pubblici. Una volta terminati tutti i lavori situazioni come questa si potranno presentare in più occasioni. Palazzo Cernezzi intende proseguire su questa strada? E ancora. Sul lago e in particolare nello splendido territorio di Tremezzina, i matrimoni da favola nelle ville e altre location stanno facendo inpennare il Pil locale. È impensabile che Villa Olmo con il suo nuovo parco possa rientrare in quel circuito? L’occasione come si vede è più che appetibile. Non sfruttarla sarebbe un delitto. Un regalo così bisogna proprio goderselo tutto. E far viaggiare la fantasia e l’inventiva.
Una parte fondamentale del futuro di Como si gioca su questo dono. Ed è certo che anche chi ha deciso di farlo, a scapito di altre opzioni, ne era consapevole.
Infine, la nuova vita della vecchia Villa e del suo parco devono essere anche uno sprone a impegnarsi al massimo per restituire a Como anche l’altra parte del panorama del lago. Perché un gioiello prezioso come Villa Olmo non può restare incastonato per troppo tempo in un desolante cantiere.
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