Arrivano i Balocchi
e non so cosa mettere

La Città dei Balocchi è un po’ come il Natale nel vecchio spot di un panettone interpretato da Renato Pozzetto: “Quando arriva arriva”. Almeno così sembrano pensarla a palazzo Cernezzi su una manifestazione benemerita, non sempre accolta da Como con tutte le braccia aperte ma che, negli anni, ha saputo conquistarsi una fama internazionale che attrae una mole impressionante di visitatori. Non è quindi colpa di fantasmagoriche luminarie, casette, presepi e attrazioni assortite se nei prossimi fine settimana i weekend si trasformeranno in altrettanti giorni di ordinaria follia viabilistica in cui c’è solo da augurarsi che a nessun automobilista venga in mente di sparare.

Le immagini dello scorso anno sono ancora rimaste negli occhi di molti comaschi: un assedio di auto che Fort Apache a confronto fu una sfida a briscola, veicoli bloccati per ore nel girone, prigionieri nell’autosilo del Valduce perché la viabilità su viale Lecco non era in grado di ricevere, abbandonate ovunque potessero restare un po’ a prescindere dalla violazione dei divieti di sosta.

Vetture in caccia di uno spazio vicino al centro storico come branchi di animali impazziti e ammassate. Le centraline di misurazione dello smog alzavano bandiere candide, i cittadini residenti nelle strade occupate dall’orda era no costretti ad assistere allo sgradito spettacolo. Lo so cosa state pensando, cari lettori: questo scrive sempre di traffico, ha la fissa. Beh, ne riparliamo l’8 dicembre che l’anno scorso da importante festa religiosa dell’Immacolata Concezione è diventato il giorno dell’immobilismo inconcepibile sulle strade comasche.

La risposta del Comune si era limitata ai soliti cartelli dissuasori convincenti come Testimoni di Geova al cospetto di un cattolico praticante e inviti a lasciare i mezzi all’autosilo di val Mulini per transumare sui bus. L’aggiunta, quest’anno, della chiusura di via Milano appare come il classico rinforzino di un po’ di stracchino e qualche oliva che l’Ugo Tognazzi-Conte Mascetti finito in rovina di Amici Miei , aggiunge allo scarno desco famigliare. Oppure, come diceva durante infuocati consigli comunali il compianto Renzo Pigni come “un pannicello caldo su una gamba di legno”.

Troppo poco, ma cosa aspettarsi da un’Amministrazione che al di là dell’inconsistenza e ignavia che mette davanti ai grandi temi della città, sui problemi del traffico bisogna lasciarla stare. Di fronte al caos crescente, ai tempi di percorrenza che dilatano alla ressa di motori nei pressi delle scuole oppone uno strenuo allargar di braccia.Anzi, in questo caso, prima di mettere giù tutte le carte, l’assessore Bella le mette davanti, se non le braccia almeno le mani: «Mancano le infrastrutture», chiosa. Almeno, al tempo che fu, un componente della giunta ebbe la fantasia di scagliare un bel “vaffa” diretto ai cittadini inferociti.

La Città dei Balocchi in quanto evento ormai consueto del Natale comasco andrebbe pensata per tempo e non all’ultimo momento, come un blocco unico di happening, sicurezza e viabilità coinvolgendo tutti i soggetti in campo. Per quanto non sia facile e lo si sa data la conformazione della convalle comasca, sarebbe necessario valutare misure estreme per bloccare senza alternative i veicoli in arrivo dall’esterno prima che si immettano nelle principali vie di ingresso in città. Bisogna organizzare aree di sosta e ripensare, per questi pochi weekend , il servizio di trasporto pubblico. Anche la politica tariffaria dei parcheggi deve essere modificata, con costi da “stangata” per quelli più vicini al centro storico. Se si adotta una politica di chiusura, come nel caso di via Milano, bisognerebbe forse avere il coraggio di estenderla ad altre aree sub centrali. Fare quelli che “arriva la Città dei Balocchi e non ho niente da mettere”, farà divertire meno tutti, comaschi e non, anche per questo Natale.

@angelini_f

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