Autosili, a Como
è tempo di scelte

In materia di parcheggi a Como si fronteggiano da diversi anni due scuole di pensiero. Quella che guai a immaginare più posti auto in centro perché così facendo si portano più auto, quindi più caos e inquinamento, in convalle. E quella che, sorda a ogni richiamo ambientalista, considera una sorta di diritto costituzionale la possibilità di fare al volante della propria auto ogni comodità: sostare magari gratis davanti al panettiere o di fronte all’ufficio.

Ovvio, si sta estremizzando, ma è su questo schema che in città si è riproposto, anche nel recente Piano del traffico, il dibattito sulla politica dei parcheggi. Uno schema che aiuta, solo fino a un certo punto, a mettere a fuoco il problema perché, va da sé, che entrambe le tesi, al di là degli eccessi, hanno validi argomenti al proprio sostegno.

Si può dire, ad esempio, che è difficile immaginare, nel breve periodo, una città che in centro possa fare a meno delle auto. Ma allo stesso modo è ragionevole pensare che l’offerta di posti debba essere calibrata con misura scientifica e non possa aumentare a dismisura perché allora sì ci sarebbe il rischio di richiamare ulteriori volumi di traffico in un contesto già di suo molto inquinato. È stata molto criticata ma in fondo non è campata per aria la metafora della calamità usata alcune settimane fa dall’assessore Daniela Gerosa per definire gli autosili in centro rispetto alle auto.

Ognuna delle due tesi, in sostanza, ha i suoi pro. Entrambe però necessitano di azioni coerenti, altrimenti si rimane, come è accaduto negli ultimi anni, in quella palude del vorrei ma non posso che produce il più delle volte più danni che benefici anche quando si opera con le migliori intenzioni.

Proviamo a essere più chiari. Bella e affascinante l’idea di un centro città in cui vi sia sempre più spazio per bici e pedoni e dove l’auto sia proprio l’ultima delle soluzioni da prendere in considerazione. Un contesto del genere, però, può diventare un progetto reale solo a condizione di creare grandi aree di sosta esterne alla convalle e infrastrutture efficienti per il tragitto periferia-centro. Infrastrutture efficienti e innovative quale sarebbe ad esempio la metrotranvia lungo la rete ferroviaria delle Nord. Se ne parla da decenni e non c’è candidato sindaco che non la inserisca nel programma elettorale. Difficile pensare che nello stato in cui si trova la finanza pubblica, la situazione possa cambiare nel breve periodo.

Comprensibile del resto la prospettiva di chi sottolinea la necessità di provvedere a nuove aree di sosta in convalle che sia il ripristino, perlomeno temporaneo, del parcheggio in Ticosa o strutture nuove, magari in alcune delle aree dismesse o da riqualificare lungo la tangenziale. Anche in questa direzione i progetti sono stati e sono numerosi. Ma non se ne è fatto niente e i no sono stati talora poco comprensibili come è avvenuto nel caso dell’autosilo in viale Varese a ridosso delle mura o del parcheggio nell’area ex Stecav che avrebbe potuto realizzare Csu, una società controllata dal Comune.

Su traffico e parcheggi, i comaschi hanno già dato in termini di dibattito e strategia, ora c’è bisogno di scegliere e di compiere le azioni amministrative conseguenti.

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