Il sindaco Mario Lucini ha ragione da vendere: in giornate come quella di ieri, con un panorama da cartolina e un clima finalmente primaverile dopo la Pasqua con temperature natalizie, è inevitabile che accada ciò che è successo. Anche se, magari, le code di auto che da Lazzago arrivano fino al centro città sono qualcosa di più del solito.
Una mezza novità (si sa che Como è città da gitarella mordi e fuggi e quella di ieri era la tipica giornata per queste escursioni come lo sarà il primo maggio, al netto di Expo) che presenta aspetti positivi e altri meno. Tra i primi va annoverata la capacità attrattiva della città che anziché scemare stante la tristezza del cantiere del lungolago e delle piazze pedonalizzate ma ancora spoglie, appare in costante crescita. Nei secondi gli inevitabili effetti collaterali di un traffico così intenso che, alla lunga, rischiano di trasformarsi in deterrenti anche più forti dell’atavica situazione dell’area paratie. Perché se si deve stare troppo in coda, se si gira a vuoto alla ricerca di parcheggi introvabilo, può essere che la prossima volta venga scelta un’altra destinazione per la passeggiata e il gelato.
La formula dei parcheggi lontani dal centro e dal lago, con il bus che ti porta in città, continua a rivelarsi non efficace. E l’autosilo di Val Mulini ieri più frequentato del solito è un altro indicatore dell’eccezionalità della giornata, non di un mutamento di tendenza.
Con Expo, inoltre, le situazioni anomale da questo punto di vista rischiano di aumentare. Allora forse è il caso di porsi il problema. Como città turistica ha fame di parcheggi. Aree di sosta vicine al centro e al lungolago, i punti di maggiore attrattività A breve si può fare poco. Magari mandare qualche agente in più sulle strade, e non solo per fare multe, in giornate come quella di ieri avrebbe magari alleviato un po’ le pene degli automobilisti.
Per il futuro però sarebbe il caso di attrezzarsi. Ci sarà la Ticosa (sperem), l’eventuale parcheggio nello stadio che però giustamente farà da bacchetta magica a quelli di superfice che spariranno. Basteranno? Chi lo sa. Questa giunta in proposito sembra avere una politica un po’ ondivaga, go and stop. Ancora non c’è una direzione precisa sull’ipotesi di un autosilo interrato in viale Varese, sull’ex Danzas, su tante aree come l’ex Scalo Merci tutte strategiche per la vicinanza alla Città murata e al lago.
L’incertezza si vede anche nei documenti di programmazione urbanistica, dove peraltro si ammette che servirebbe qualche parcheggio in più ma si fa fatica a palesare la volontà di realizzarlo. Sono scelte strategiche di cui Como potrà beneficiare per anni. L'incertezza non aiuta. Bisogna sapere ciò che si vuole fare della città e come si possono sfruttare al massimo e in maniera sostenibile le sue tante risorse naturali e non. Con Expo alle porte Como non può fermarsi in coda.
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