C’è una Como capace
di grandi imprese

C’è un valore non secondario nel successo dell’impresa di Wow, il festival musicale che ieri, prima serata di tre venerdì nel mese di settembre, ha riempito di ragazzi la zona a lago. Si tratta dell’entusiasmo civico che gli organizzatori hanno saputo accendere tra i cittadini ma anche ai piani alti, nel cosiddetto establishment culturale.

Sì perché Como è fatta così. Tanto capace di perdersi in un bicchier d’acqua e allo stesso tempo di riuscire lì dove le cose diventano complicate. Prendiamo, in negativo, il caso dell’infopoint al Broletto. La struttura è da dieci e lode ma il servizio è perlomeno da rivedere se, con la chiusura alle 17.30, lascia sul più bello i turisti fuori dalla porta. Non si poteva prevedere qualche ora in più perlomeno nei mesi in cui l’ufficio è più frequentato? Forse nessuno ci ha pensato perché diversamente è poco comprensibile che il Comune vi abbia rinunciato a fronte di una spesa supplementare non superiore a 15mila euro.

Un’altra vicenda emblematica è quella della stazione San Giovanni, biglietto impresentabile su cui i comaschi continuano a non avere alcune voce in capitolo. Possibile che dal sindaco ai parlamentari non ci sia una voce capace di farsi sentire e di pesare lì dove si determina l’attuale inefficienza? Quanto tempo ancora si dovrà aspettare per godere di un servizio decente per l’accoglienza e il trasporto dei pendolari e di un numero sempre crescente di turisti?

Di fronte a una tale propensione a perdersi nei problemi del giorno per giorno sarebbe naturale pensare a un generale scoramento di fronte alle sfide più impegnative. E invece no. Perché Como, nel suo insieme, è anche capace di fare grandi imprese. È tale il racconto del territorio portato a Expo, sintetico sì ma originale e non banale e non a caso capace di raccogliere la curiosità e l’interesse di più di 28mila visitatori. Lo è anche, in modo diverso, il Wow Music Festival, l’evento in tre serate organizzato nell’arco di pochi mesi non solo capace di richiamare alcune migliaia di giovani in riva al lago ma anche di meritare l’attenzione dei principali media di settore.

Non era scontato raggiungere l’obiettivo, il progetto si è concretizzato sull’onda lo scorso anno della prima festa di Marker all’Arena del Sociale. E oggi quella vaga idea di un festival dedicato alla cultura giovanile ispirato a grandi manifestazioni internazionali, è diventato realtà. Un segnale, l’ennesimo, che su questo terreno Como è già diventata altro da ciò che era solo qualche anno fa. Quando- e restiamo ai fatti di questo fine settimana - sarebbe stato letteralmente impensabile raccontare dei progetti cittadini in una sede di rilievo mondiale quale il forum Ambrosetti. “La Provincia”, giusto lo scorso anno, aveva sottolineato l’importanza, per il territorio, di stabilire un link con il forum. E questa sera il primo frutto concreto di quella provocazione giornalistica sarà la presentazione, alla cena di gala, del progetto di Como, Brunate e Cernobbio per il titolo di città capoluogo nazionale della cultura. Un’iniziativa partita un po’ in sordina e nel generale scetticismo anche degli operatori culturali e via via invece diventata più forte tanto da diventare un solido progetto per il presente (la sfida vale un milione di euro) ma anche per il futuro.

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