Spero proprio che sia immenso, onestamente arrabbiato, pure entusiasta nella sua ribellione, il popolo pronto a partecipare a questa bella idea di raccogliere adesioni per salvare il lago, per meglio dire il “lungolago” ferito, oltraggiato e una vergogna posata ormai da molti anni su un palcoscenico aperto davanti al mondo intero. Perché servirà proprio essere una “grande armata” a prendere e spedire la cartolina di adesione all’iniziativa? Perché Como e il suo lungolago hanno bisogno di un grande riscatto.
«Ma come? - viene però da eccepire - prima si combinano i guai, si inventano le paratie, si costruiscono i muri che impediscono la vista sul lago e si crea un cantiere infinito che deturpa uno dei luoghi più belli del mondo e poi ci si rivolge al “leader massimo” Renzi, perché pensi lui “a mett a post i rob”? »
A chiedere di mettere a posto le cose è la città, è la gente, forse è tutta l’Italia (la figuraccia all’estero non è solo di Como ma dell’intera nazione), che non ha colpa alcuna per il disastro che è avvenuto: una massa che ha soltanto dovuto subire e che non è mai riuscita a farsi capace del perché si sono volute queste benedette, o maledette paratie, i muri e tutto il resto che è stato assurdamente messo in piedi.
Insisto sulla brutta figura fatta davanti al mondo. Como e il suo lago, come tutti sanno è uno dei luoghi più conosciuti e celebrati in tutto il mondo. E non solo perché a “tirar su il fiato” e a trovare belle e intense emozioni qui sulle sponde del primo bacino e delle altre riviere lariane giungono tanti stranieri, ma anche per il fatto che il Lago di Como è nelle conoscenze e nell’apprezzamento di tanta gente del mondo che magari lo ha visto solo in cartolina, nei libri, o alla televisione, o perché glielo hanno soltanto raccontato.
Una cosa, però, di cui non sono mai riuscito a capacitarmi è sul perché non solo si sono volute, ma addirittura è stata organizzata una crociata per le paratie. Io ho sempre avuto dei dubbi. Quali? Quando si scatenano i periodi di grandi piogge e il lago cresce fino a uscire in piazza Cavour e oltre, piove, è ovvio, anche sulla Convalle e sul bacino che degrada e confluisce verso la città e il lago. Non c’è quindi solo l’acqua che esce dal lago, ma anche quella che entra. Pertanto le paratie servono a nulla: questo è il mio modesto parere. Non sono un esperto nelle leggi dell’idraulica. Mi pare, però, che questo dubbio sia sempre stato comune a moltissime persone che non hanno però potuto dire la loro. Ecco che quindi, alla luce di questa considerazione, diventa ancora più importante l’operazione della “cartolina da firmare” e magari anche farci il “selfie”.
Non sono un navigato in idraulica e nemmeno un magistrato però penso che in tutta questa storia ci sia un altro “sassolino” da tirare fuori dalla scarpa. È quello che riguarda l’esigenza di mettere, una buona volta, davanti alle loro responsabilità coloro che questa bella pensata delle paratie l’hanno avuta, deliberata e hanno insistito perché fosse attuata, anche davanti a tutti i dubbi sulla loro efficacia.
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