Certo, con tutto quello che si è visto negli ultimi giorni, è il gol della bandiera. Quello che arriva sullo 0-6 con l’attenzione degli avversari ormai rivolta al tè caldo degli spogliatoi. Ma la partenza dei lavori nelle piazze della nuova zona senz’auto (adesso Volta, poi Grimoldi , più avanti Roma) rappresenta comunque una parte di città che cambia. E in meglio, nonostante tutti gli aspetti critici messi in evidenza dall’opposizione (che fa il suo lavoro) e dai commercianti (afflitti dall’eterna e peraltro comprensibile sindrome del parcheggio poco lontano dalla vetrina). In realtà la bontà delle scelte della giunta Lucini, gestite dagli assessorati di Daniela Gerosa e Lorenzo Spallino, si è dimostrata tale anche durante gli assalti in centro nei fine settimana pre natalizi. Certo, si è notata l’insufficienza dei parcheggi, che non sarebbe stata in ogni caso colmata dai posti fagocitati dall’allargamento della zona pedonale. Ma forse, se la Città dei Balocchi ha registrato un’impennata di presenze e il giro d’affari dei negozi è stato, come pare, soddisfacente più delle precedenti annate, il merito può anche essere delle maggiori possibilità di “struscio” offerte ai comaschi e a coloro che arrivano in città da fuori.
Ma la partenza dei lavori in piazza Volta e quindi nelle altre, assume ora anche un altro significato. Con l’addio alle residue chance di venirne a una con il cantiere del lungolago (le bambine nate otto anni fa rischiano di dover attendere l’età da marito per poter vedere la passeggiata rimessa a nuovo), di cui ha subito approfittato lo spirito maligno che alberga in pancia all’ex Ticosa e che anche questa volta riuscirà a evitare lo sfratto dai ruderi, la prima giunta di centrosinistra da illo tempore alla guida della città di Como, rischia seriamente di essere tramandata ai posteri soprattutto per l’intervento sulle piazze, oltre naturalmente al piano regolatore e alla rivoluzione nella raccolta dei rifiuti.
Troppo poco per sperare in un’indulgente riconferma da parte degli elettori anche con un altro candidato/a sindaco? Probabilmente sì perché il destino di Lucini e della sua coalizione è stato fin dall’inizio legato al lungolago e anche l’eventuale happy ending sulla Ticosa sarebbe comunque stato un bicchiere non abbastanza colmo per far nascere l’euforia nella larga parte dell’elettorato comasco. Ecco allora che la giunta si ferma in piazza. E lì resterà. Come resteranno quasi di sicuro le nuove zone pedonali perché in questi casi è molto difficile, anche per un’amministrazione di diverso colore (che non è detto sia quello del centrodestra poiché la piega del cantiere del lungolago ha rimescolato e rischia di terremotare tutta la scena politica comasca) tornare indietro, un altro elemento che conferma la validità di queste scelte.
L’altra faccia della medaglia delle nuove zone senz’auto è la politica dei parcheggi. Ammesso che la giunta Lucini ne abbia una o che consideri tale i vani inviti all’utilizzo degli autosili meno prossimi alla Città Murata. Restano ancora poco spiegate le ragioni del no all’impresa privata che si era offerta per realizzare il parcheggio interrato sotto viale Varese ,che avrebbe saziato gran parte, anche se non tutta, la fame di posti auto vicino al centro. Oltretutto, in coerenza con la politica praticata nelle nuove piazze, ci sarebbe stato il recupero di una porzione strategica di città oggi aggredita dal degrado. Ma tant’è. Ormai piangere sulle occasioni perdute è uno sport che porta solo fatiche senza benefici. Anche per quanto riguarda il lungolago.
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