È vero che una goccia non prosciuga il mare e questa è davvero una goccia. Però gli esempi, anche se non risolvono, a volte aiutano. In tempi di Casta, con il vento dell’antipolitica che continua a soffiare impetuoso, anche se non è detto che rappresenti una brezza benefica, 400 euro di risparmi annui possono servire alla causa. La causa è quella di tutti coloro che credono che la politica non sia tutto quel marciume di cui si narra e si parla tutti i giorni.
Per adempiere a questa missione servono anche i gesti, che hanno la loro forza. E se lunedì sera, durante l’ultima riunione del Consiglio
comunale di Como, gli amministratori avessero deciso di rinunciare al parcheggio gratis nell’autosilo del Valduce durante le riunioni dell’assemblea cittadina, il loro piccolo mattoncino lo avrebbero portato. Invece no. I 17 rappresentanti dei cittadini che hanno deciso di mantenere il privilegio per non sborsare quattro euro oppure prendersi il disturbo di cercare un parcheggio libero altrove nella serate di Consiglio, non hanno certo contribuito a ripulire l’immagine della politica e delle istituzioni.
Chapeau invece ai quindici che continuano a non giovarsi di questo privilegio (i nomi degli uni e degli altri li trovate sul giornale di ieri, ma qui non si tratta di stilare liste di proscrizione, bensì di affermare dei princìpi e dei modelli).
Certo, qualcuno potrebbe saltare su e dire che sono ben altri gli sprechi e i privilegi che danno scandalo e contribuiscono a ad alimentare l’immagine della casta. E avrebbe pure ragione, al di là dell’incurabile ben altrismo che affligge questo paese.
Ci sono le indennità dei parlamentari e dei consiglieri regionali che restano troppo alte (e anche quelle dei sindaci però del tutto inadeguate a mansioni e responsabilità), è aperta la questione degli stipendi dei manager pubblici (mai legati ai risultati), che possono fare i nababbi con le tasse di chi le paga. L’utilizzo disinvolto (per usare un eufemismo) dei fondi regionali da parte dei consiglieri è roba da andare in piazza con le roncole. Cosa volete che sia una manciata di euro di fronte a questo coté? Infatti nessuno si straccia le vesti. Ma se si pensa che il contesto in cui si svolge questa vicenda è quello di Como dove negli ultimi tempi non sono mancate le sorprese, e non positive, sul versante parcheggi per i cittadini, forse vale la pena di rifletterci un po’ sopra. Perché è vero che uno non va in Consiglio comunale per divertirsi, anzi, impiega parte del suo tempo libero a beneficio della collettività. Come è però innegabile che nessuno è obbligato a fare l’amministratore pubblico: si tratta di una libera scelta.
Non ha alternative invece un cittadino che pochi mesi fa poteva parcheggiare senza pagare per recarsi al lavoro e oggi invece si ritrova circondato dalle strisce blu traslocate dalle nuove zone pedonali create dall’amministrazione comunale. Magari con tariffe aumentate da un mese all’altro. Anche in questo caso si tratta di una manciata di euro, che può anche essere giusto versare alla causa di una città più vivibile. Qui potrebbe stare il beau este. L’amministratore che si avvicina al cittadino e fa un piccolo sacrificio in nome di una reputazione più pulita di ciò che dovrebbe rappresentare: la politica come pure spirito di servizio.
Era partito bene questo consiglio comunale: nella prima seduta aveva annunciato la fine dell’intollerabile privilegio della via Perti messa a disposizione dei politici automuniti, decisa dalla precedente gestione di palazzo Cernezzi. Poi sulla materia è scivolato indietro piano piano. E continua a farlo.
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