Nella Como che sogna la fascia di “miss cultura”, quel titolo di capitale che darebbe ulteriore visibilità a un territorio già felicemente illuminato dai riflettori (compresi quelli accesi in questi giorni a Villa Centenari di Como per il nuovo spot del principale testimonial di questi luoghi, George Clooney), l’estate ha portato alcune novità non di poco conto. a pensarci un po’ su.
La prima è riferita al successo, forse al di là di ogni previsione, della mostra di Pierpaolo Perretta, in arte Mr Savethewall, una forma di cultura, fresca, trasgressiva e innovativa. esaltata anche dalla splendida location di San Pietro in Atrio, opera di un’altra importante “risorsa umana” (come usa dire di questi tempi) della cultura comasca: lo scultore Eli Riva, giustamente e recentemente celebrato a Villa Olmo.
La seconda novità, che esula un po’ dall’ambito comasco in maniera stretta (anche perché partner della competizione per il titolo di capitale della cultura sono Cernobbio e Brunate) riguarda la fresca nomina di Serena Bertolucci, direttrice di Villa Carlotta, al vertice museo di palazzo Reale a Genova. Un riconoscimento, quello deciso dal ministero per i Beni Culturali, non di poco conto, se si considera che la dottoressa Bertolucci è entrata nel novero dei venti nuovi responsabili di prestigiose strutture, tra cui gli Uffizi di Firenze, scelte che tanto stanno facendo parlare anche per l’inedita decisione di ingaggiare manager stranieri. E per riuscirci ha sgominato ben 200 concorrenti.
Del resto, l’attività svolta durante il periodo a Villa Carlotta di Serena Bertolucci (lariana solo d’adozione, poiché è di origini liguri) parla chiaro anche attraverso i numeri record di visitatori. Un po’ di merito in questa nomina è perciò anche autoctono. L’operatrice culturale ha saputo valorizzare ancora di più un patrimonio di grandissima e pregevole qualità come la villa e i suoi splendidi giardini celebri in tutto il mondo..
Forse in campo culturale due coincidenze non faranno un indizio, come sosteneva Agatha Christie. Però la nomina della dottoressa Bertolucci segue di pochi mesi quella di Barbara Minghetti, presidente di Aslico e direttrice del teatro Sociale, a consulente per lo sviluppo e per i progetti speciali di uno dei teatri storici e più prestigiosi d’Italia e non solo: il Regio di Parma.
Anche in questo caso un riconoscimento strameritato per Minghetti, milanese di nascita ma comasca a tutti gli effetti. Quello che è riuscita a fare (e non era un’impresa facile) in pochi anni al Sociale, un’istituzione culturale storica e prestigiosa, ma su cui forse si era posata un po’ di polvere di troppo. è sotto gli occhi di tutti e non basta questo spazio per ricordarlo. Basterebbero le iniziative “canore” che hanno coinvolto la cittadinanza a qualificare la capacità creativa della dottoressa Minghetti.
Insomma, forse Como non diventerà capitale della cultura, oppure ci riuscirà per altri aspetti che saranno evidenziati anche durante la presentazione ufficiale della candidatura durante la settimana dedicata al nostro territorio a Palazzo Italia di Expo.
Ma l’esempio e l’opera di queste due lady della cultura testimonia la vivacità e le competenze che provengono dal territorio e valicano i suoi confini. E conferiscono a Como e a tutto il Lario il titolo simbolico di capitale della cultura “in rosa”.
[email protected]@angelini_f
© RIPRODUZIONE RISERVATA