Èbastata la “sventalgliata” di Napolitano, che ha usato il tradizionale accessorio che viene regalato ogni estate al capo dello Stato, non per difendersi dal caldo ma per proteggere il governo delle lunghe attese (copyright renziano), guidato da Letta, per mettere a tacere un Renzi che ha imperversato sui giornali e tv all’avvio del periodo balneare.
Povero Lucignolo, il sindaco di Firenze che vorrebbe diventarlo d’Italia, confidava sul caso Alfano e sull’appoggio di Repubblica (che questo governaccio Pd-Pdl non lo può proprio digerire) per dare una spallata e creare le condizioni per il trasloco da palazzo Vecchio a palazzo Chigi. Invece sono arrivati Napolitano (il nonno che sculaccia il nipotino discolo) e lo zio di tutti gli inciuci (ogni riferimento al rapporto parentale tra Ernico e Gianni non è puramente casuale) con cui il Senato ha salvato la capra Alfano (impareggiabile ministro che non si accorge di ospitare i kazaki in ufficio) e i cavoli del premier. E allora ciao Renzi. Scrivici di una cartolina da Firenze. Dove rischia di restare per un altro mandato così da perdere anche quell’eterna gioventù da Dorian Gray che ad oggi è il tratto dominante della sua proposta politica.
Dopo tanto cianciare il sindaco si è autoridotto al silenzio. Che, come capita quasi sempre in politica, è assordante. Perché, la domanda che corre veloce di bocca in bocca è che farà Renzi? Ormai è come il coccodrillo della canzonetta per bambini: non c’è nessuno che lo sa. Forse il segretario del Pd? Ah già, quel partito che ne ha già infilati tre (Veltroni, Franceschini e Bersani) nel tritacarne. Oppure il premier, con il viatico al curaro di Massimo D’Alema (uno che Renzi voleva rottamare ma l’è semper lì)? Chiaro che è quello il primo vagone del treno dei desideri del sindaco. Ma con chi? Anche questa è una bella domanda. Perché tra i pissi pissi c’è anche quello dell’abbandono delle velleità di riformare l’irriformabile Partito democratico per intrupparsi tra quelli che aspettano... Aspettano di vedere che fine farà Berlusconi per costruire sul cumulo macerie lasciate dal Cavaliere. Una pattuglia acrobatica variopinta capitanata da Mario Monti e che comprende a anche tanti attuali esponenti del Pdl che restano pavidi nell’ombra.
Del doman però non v’è certezza, come raccomandava un illustre predecessore del sindaco di Firenze. Nel frattempo, perciò, magari, Renzi potrebbe rompere il silenzio. Ma non per ribadire tutto quello che non va nel suo partito pro tempore e nella politica generale. Bensì per fornire qualche valido motivo per cui gli si dovrebbe affidare il governo del Paese. Essere giovani, bellocci e voler rottamare D’Alema e compagnia politicante può anche essere un buon inizio. Essere stati ospiti ad Arcore non di cene eleganti magari rafforza il curriculum. Insomma, come il suo nemico-amico D’Alema in Aprile di Nanni Moretti dica qualcosa. Anche non di sinistra se non va più di moda. Ma qualcosa.
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