Le segnalazioni al 117 della Guardia di finanza, a Como, sono quasi raddoppiate. Nel clima da caccia alle streghe alimentato dal nuovo corso british del governo Monti e, soprattutto, dalla crisi economica che ci accompagnerà chissà per quanto ancora, sono sempre di più i contribuenti che scelgono di comporre il numero cosiddetto "di pubblica utilità" della Finanza. I motivi? Sempre gli stessi: il barista che non mi ha rilasciato lo scontrino, il datore di lavoro che non paga i contributi, quello che, peggio ancora, assolda dipendenti in nero, l’idraulico che non mi ha rilasciato la fattura.
La casistica è eterogenea, come scriviamo a pagina 23, ma l’aspetto per certi versi più impressionante - detto senza accezioni, negative o positive - riguarda il clima generale in cui tutti noi cerchiamo di arrabattarci per sfuggire chi al rischio di un licenziamento chi a quello di una chiusura, di un fallimento, in definitiva al rischio della perdita del posto di lavoro.
Il ricorso più costante al 117 (peraltro contraddistinto da un incremento notevole di denunce anonime, che erano "soltanto" il 28% nel 2005 e che sono passate al 55% nel 2011 e addirittura al 75% nel primo trimestre del 2012) è la cartina di Tornasole di un generale inasprimento dei rapporti sociali.
Siamo tutti più arrabbiati, più sospettosi, tutti più litigiosi e in qualche modo, forse, anche più frustrati dal fatto di non riuscire a intravedere l’alba, l’uscita da un tunnel in cui ci avevano detto che saremmo rimasti per un po’ ma che non credevamo davvero così lungo.
D’altra parte, per quanti sforzi l’Agenzia delle Entrate e la Finanza e il governo profondano nella lotta all’evasione, il vizio di sfuggire alla rete del Fisco è ancora molto diffuso, soprattutto nei casi in cui - e purtroppo sono moltissimi - l’erogazione del servizio si collochi nel contesto di un rapporto personale ed esclusivo tra chi vende e chi acquista. Se non ci sono intermediari, se non ci sono ulteriori passaggi (un secondo fornitore, per esempio), capita tuttora, e nonostante tutto, che chi vende richieda un pagamento cash, garantendo in cambio uno sconto che può, in certi casi, rivelarsi davvero cospicuo.
Hai voglia a limitare la circolazione del contante. I benefici del "nero", specie in un momento come quello attuale, possono essere determinanti al punto da ritenere accettabili rischi che in un contesto economico diverso nessun artigiano si assumerebbe.
E allora? E allora aspettiamoci altre denunce anonime, altre "delazioni" (che è poi il modo più corretto di sintetizzare il medesimo concetto), aspettiamoci un ulteriore inasprimento dei rapporti, ma riflettiamo anche su un paradosso macroscopico, e cioè che in tempo di crisi proprio il contrario dovrebbe capitare.
Con meno soldi e meno prospettive potremmo (dovremmo?) riscoprire tutti il valore dei contatti umani, il valore di quello di cui, per fortuna, ancora disponiamo, della solidarietà e di tutto quello che in questi decenni di opulenza abbiamo dimenticato. La crisi dovrebbe aiutarci a essere meno spioni e più solidali, ricordandoci comunque che le tasse si pagano.