E tutto d’un tratto il coro: “Basta col Capitano”. La parodia della vecchia pubblicità di un
dentifricio può riassumere quello che è accaduto l’altra sera a palazzo Cernezzi, con la Lega
del Capitano Salvini messa sotto da una maggioranza trasversale. Vedetela come vi pare e
secondo le vostre legittime e rispettabili convinzioni. Ma quella del voto è stata una scossa, un
sussulto di vitalità di un’amministrazione che finora, più che pensare a realizzare nuove
strutture in cui riposare sembrava starci dentro. Di quelle ronfate arrivavano da palazzo
Cernezzi, roba da tappi nelle orecchie. Se qualcuno abbia deciso, sua sponte e ne parleremo
più avanti, di continuare a stringere Morfeo tra le braccia, meglio che si desti. Ma partiamo
dalla sveglia, quella fatta suonare da tre ladies della politica (chi frequenta queste colonne sa
che il Comune è una Città delle donne più meno felliniana) in ordine alfabetico Lissi, Maesani e
Minghetti a cui si sono accodati i gruppi di riferimento di minoranzama anche due forze della
maggioranza quali Forza Italia e Fratelli d’Italia, mentre la Civica Insieme del sindaco
Landriscina ha scelto l’astensione e un altro drappello d’opposizione, quello guidato da
Alessandro Rapinese, si è proposto come puntello della Lega ricevendo anche un
ringraziamento pesante una tonnellata sulla bilancia politica.
Le faccende politiche però sono una cosa. Le questioni del decoro e della dignità un altra. Per
cui la prima cosa da fare sarebbe quella di rispettare la decisione del consiglio comunale e
trovare una sede adeguata da allestire per ospitare i senzatetto. Che, a questo punto, devono
essere tolti dalle strade senza se e senza ma, attraverso la persuasione ma anche con la
coercizione se necessario, con l’utilizzo di idonei strumenti normativi. Perché se una mozione
non è vincolante per il governo cittadino, dovrebbero esserlo le condizioni in cui si è venuta a
trovare Como in questa estate situazione segnalata dal giornale che avete in mano senza
aver altri obiettivi che non quelli di tentare di contribuire a risolvere un problema oggettivo nel
rispetto di tutto, in primo luogo delle persone. Questa è la ragione per cui ora invochiamo i fatti
che devono superare le ragioni della politica. La Lega, che esce con i bitorzoli da questa
vicenda continuerà a opporsi alla decisione dell’assemblea municipale. E poiché il Carroccio
resta il motore anche se ora un po’ ingolfato della maggioranza, c’è da credere che non sarà
facile centrare l’obiettivo.
A questo punto però la palla deve passare al sindaco che, su questa vicenda certo non
marginale per l’amministrazione anche alla luce delle conseguenze che potrebbero derivare
sul piano della tenuta della maggioranza, ha fatto tutto il possibile per non toccarla. La lista
civica da lui voluta e fondata si è astenuta e Mario Landriscina ha voluto adeguarsi. Magari per
galateo istituzionale. Ma adesso tocca a lui prendere in mano la situazione e spiegare alla
città qual è la sua volontà sul nuovo dormitorio di cui in consiglio comunale, attraverso il voto,
ha riconosciuto la necessità. La patata è rovente. Qualunque decisione lascerà sul campo
degli scontenti all’interno della maggioranza di centrodestra. Però nonostante ci sia di mezzo
un dormitorio non si può continuare a sonnecchiare senza accorgersi di quello che accade
intorno. Il problema, già è stato scritto , non è quello di mandare a casa o meno il sindaco e, di
conseguenza, tutto il consiglio. Del resto, la situazione politica nazionale ci insegna che si può
andare avanti a litigare su tutto e continuare, più o meno a governare. Ai comaschi
interessano poco le liti di maggioranza e tutto quanto di strumentale c’è dietro al voto sulla
mozione. Vogliono solo che la città sia amministrata bene. Lasciare le cose così, con i
bivacchi nelle strade e ai giardini vuol dire un’altra cosa.
@angelini_f
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